DAZN, pubblicità ingannevole: sanzione dall'AGCM

DAZN, pubblicità ingannevole: sanzione dall'AGCM

L'Antitrust ha sanzionato DAZN per aver mentito agli utenti circa le reali possibilità di fruizione del servizio di streaming video.
DAZN, pubblicità ingannevole: sanzione dall'AGCM
L'Antitrust ha sanzionato DAZN per aver mentito agli utenti circa le reali possibilità di fruizione del servizio di streaming video.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una sanzione da 500 mila euro a DAZN, il primo servizio licenziatario in Italia di diritti di trasmissione in digitale delle partite di calcio di Serie A. L’istruttoria dell’AGCM è stata avviata nell’estate 2018 nei confronti di Perform Investment Limited e Perform Media Services S.r.l. a seguito della denuncia di associazioni di consumatori quali Altroconsumo, Codacons, U.Di.Con., Federconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e Codici.

La condanna di DAZN è strettamente legata alla natura online del servizio poiché le libertà promesse in fase di lancio si sarebbero scontrate con le oggettive difficoltà di trasmissione e con gli ovvi limiti tecnici nel rapporto con l’utenza. Spiega il Garante:

L’Autorità ha rilevato che le due società, in violazione dell’art. 21 del Codice del Consumo, hanno utilizzato, nell’attività promozionale dell’offerta del servizio streaming DAZN per la visione in diretta delle partite serie A e serie B nella stagione 2018/19, messaggi pubblicitari attraverso cui veniva enfatizzata la possibilità di fruizione del servizio “quando vuoi, dove vuoi”, senza fare alcun riferimento alle limitazioni tecniche che avrebbero potuto, invece, renderla complicata o addirittura impedirla, come hanno dimostrato le difficoltà incontrate in concreto dai consumatori all’inizio della stagione.

Non solo. La sanzione concerne altresì il mese gratuito con cui DAZN promuove l’iscrizione al proprio servizio. Secondo l’AGCM le comunicazioni pubbliche non esplicitavano in modo sufficientemente chiaro il fatto che il mese gratuito equivale comunque alla stipula di un contratto:

In realtà, la creazione dell’account determinava, di fatto, la conclusione del contratto del servizio DAZN, che, in assenza di disdetta, avrebbe comportato, dopo il primo mese, l’inizio dell’addebito sistematico dei costi mensili.

L’istruttoria punisce DAZN per le promesse elargite, ma le parti in causa scaricano di fatto le colpe dei disservizi più sulla rete che non sul fornitore. Spiega infatti il documento AGCM: “Lo stesso Professionista ha riconosciuto che, quanto meno nell’autunno scorso, la fruizione del servizio ha incontrato difficoltà e inconvenienti sostanzialmente attribuibili allo stato in cui grava l’infrastruttura a banda ultralarga in Italia“. Rimane però riconosciuta dall’AGCM la consapevolezza da parte di DAZN circa lo stato dei fatti, e quindi l’insussistenza della possibilità di fruire del servizio “dove vuoi, quando vuoi”. La situazione della rete in banda larga in Italia è nota, i consumi in streaming sono facilmente calcolabili ed il disservizio era una logica conseguenza di una fase iniziale che non poteva che essere complessa.

Fonte: AGCM
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Pubblicato il
26 mar 2019
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