Web – Quando si parla di cifre e di e-commerce in genere si parla di moltiplicatori e di miliardi. Questa volta invece il dato centrale è che oggi la spesa online degli utenti internet italiani è pari a 5,4 dollari di media per utente, contro gli 86 dollari degli utenti svedesi e i 112 dollari di quelli americani. Insomma, è troppo poco per i grandi negozi online e le corporation virtuali della rete commerciale. Ma, stando alle cifre diffuse ieri in occasione del premio Philips Morris, i negozi online che cercano di attirare i navigatori nostrani non dovranno piangere ancora a lungo.
Gli esperti ritengono che il volume d’affari sviluppato sulla internet commerciale in Italia nel 1999, ovvero 2.550 miliardi di lire, sia destinato a moltiplicarsi in due anni per attestarsi nel 2002 a quota 35mila miliardi di lire. Alla fine di quest’anno si dovrebbero già raggiungere i 7.300 miliardi. Va detto che nel 2002 il mercato mondiale generato dalla e sulla rete commerciale toccherà, secondo gli esperti, quota 2 o 3 mila miliardi di dollari contro i 7mila miliardi del commercio mondiale. Come a dire quindi che il commercio in rete sarà ben più di un semplice “tassello” dell’economia globale.
Altro dato di interesse emerso ieri è l’accesso ad internet da parte delle imprese italiane, cresciuto del 20 per cento rispetto all’anno scorso: oggi è collegato alla rete il 79 per cento delle aziende. E il 29 per cento di queste è impegnato nello sviluppo di progetti per la internet commerciale.
Ieri, inoltre, Datamonitor ha reso noto che entro il 2004 gli europei che abitudinariamente compreranno beni e servizi in rete toccheranno quota 100 milioni. Questo significa, ha spiegato l’azienda di rilevazione, che il 49 per cento dei consumi europei “viaggerà” su internet.