Dolby: avanti tutta sull'anti-copia

Dolby: avanti tutta sull'anti-copia

I laboratori del suono più famosi del mondo acquistano un'azienda specializzata in tecnologie di protezione anti-pirateria. Le esigenze di Hollywood prima di tutto
I laboratori del suono più famosi del mondo acquistano un'azienda specializzata in tecnologie di protezione anti-pirateria. Le esigenze di Hollywood prima di tutto


Los Angeles (USA) – Hanno un nome che è uno dei marchi più celebri del suono e del cinema ma è anche un nome che oggi vale tanto perché è a stretto contatto con l’industria di Hollywood: per questo Dolby Laboratories ha deciso di spingere l’acceleratore verso le tecnologie di protezione contro la copia.

Dolby ha infatti confermato nelle scorse ore l’acquisizione di Cinea, società specializzata nella produzione di tecnologie di “sicurezza”. In particolare, come si ricorderà, Cinea si è fatta un nome per i suoi sistemi pensati per impedire la video-registrazione dei film proiettati nelle sale. Proprio su questo punto Cinea aveva peraltro ottenuto uno stanziamento governativo.

La verità, comunque, è che Cinea offre tutta una serie di tecnologie di protezione. Se i sistemi “anti-videoregistrazione” sono ancora in fase sperimentale, infatti, Cinea porta in Dolby una serie di sistemi che governano gli apparati di riproduzione digitale dei film nei cinema più evoluti. Dolby, come noto, già offre all’industria del cinema quanto necessario per la realizzazione di ambienti audio ad altà fedeltà.

La prima tecnologia che Cinea-Dobly lanceranno sarà, a brevissimo, un lucchetto digitale sui file digitali distribuiti alle sale per la riproduzione, file protetti con chiavi di accesso uniche, il tutto condito da nuovi contratti con le sale per un uso anche limitato nel tempo dei file stessi.

E’ ancora presto per capire quale sarà, a conti fatti, l’effettivo ruolo di Dolby nel settore delle tecnologie anti-copia. Secondo Tim Partridge, vicepresidente di Dolby Laboratories, “l’industria del cinema è stata molto chiara sul fatto che vogliono nuove tecnologie di protezione dei contenuti. Ma vogliono anche che a fornirle siano più produttori”.

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Pubblicato il
24 set 2003
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