DVD e Blu-ray, il P2P non ferma le vendite

DVD e Blu-ray, il P2P non ferma le vendite

Il file sharing? Un refolo di vento: l'industria hollywoodiana continua a fare affari come e più di sempre. Le stime appaiono concordi, il pop-corn e lo schermo in salotto tirano, come al solito
Il file sharing? Un refolo di vento: l'industria hollywoodiana continua a fare affari come e più di sempre. Le stime appaiono concordi, il pop-corn e lo schermo in salotto tirano, come al solito

Tira più un dischetto ottico che i pixel di un rip audiovisivo scaricato via file sharing. Secondo i dati messi assieme da Home Media Magazine , la vendita di supporti DVD e Blu-ray nella prima metà del 2008 è cresciuta, anche se di poco, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

D’altronde non è una novità: che MPAA menta sapendo di mentire, quando parla di affossamento del cinema a causa del P2P, è un dato di fatto confermato implicitamente dalla stessa organizzazione degli studios . E l’home video, nel 2008, vale negli States 6,87 miliardi di dollari rispetto ai 6,8 del 2007. Una crescita di “solo” 1,1%, certo, ma di crescita si tratta .

Dato che appare ancora più significativo se si prende in considerazione il mercato dei video a noleggio : secondo il solitamente bene informato Hollywood Reporter , che collabora professionalmente con Home Media Magazine, in questo caso l’aumento dei guadagni è stato del 2,6%, con un fatturato passato da 3,7 miliardi a 3,9 miliardi di dollari.

Sembra dunque che, nonostante il prezzo del petrolio, la recessione, la crisi dei consumi e i debiti fino al collo le famiglie americane non rinuncino a gustarsi un film nella tranquillità delle mura domestiche, magari sul megaschermo puntualmente acquistato con i debiti di cui sopra . Più che altro si evidenzia la tendenza in atto a preferire maggiormente il nolo dei supporti piuttosto che l’acquisto.

Va da sé che, stante così la situazione, il Giorno del Giudizio propagandato dagli analisti assoldati dall’industria multimediale per “provare” la minaccia mortale del file sharing in digitale all’economia, al lavoro e al mondo intero difficilmente si potrà concretizzare .

“Molti analisti sono tecno-geek con un gran mucchio di quattrini e poco tempo, mentre la maggioranza degli americani non sono tecnologicamente consapevoli, e hanno molto tempo ma non molti soldi”, sostiene il presidente e – naturalmente – analista di Adams Media Research Tom Adams.

Il download digitale “pirata” è una variante ancora minimale nell’ambito dell’industria multimediale , la maggioranza dei consumatori continua a preferire la vecchia maniera per fruire dei contenuti audiovisivi e continuerà probabilmente a preferirla anche in futuro, dicono gli esperti.

MPAA, suggerisce qualcuno, dovrebbe a questo punto mettersi il cuore in pace, e magari evitare di condurre azioni di contrasto al file sharing non autorizzato dal grande clamore in grado soprattutto di aumentare la consapevolezza, tra l’utenza di cinema in particolare, della possibilità di avere tutto, subito e gratuitamente scaricandolo dalla Rete.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 lug 2008
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