Meta è finita nel mirino di tre associazioni di editori d’Oltralpe: l’associazione che rappresenta i principali editori francesi (SNE), l’associazione degli autori SGDL e il sindacato degli scrittori SNAC. L’accusa? Aver addestrato i propri modelli AI con contenuti protetti da copyright, senza chiedere il permesso né pagare i diritti.
Causa in Francia contro Meta per violazione del copyright per l’addestramento AI
La causa, depositata presso un tribunale di Parigi, è la prima azione legale del genere contro un gigante dell’AI nel Paese. Ma non è certo un caso isolato. Oltreoceano, Meta si trova ad affrontare una battaglia simile per l’uso non autorizzato di materiale protetto per addestrare i suoi modelli AI.
Le parole degli editori francesi non lasciano spazio a dubbi. Per Maia Bensimon, delegata generale dello SNAC, Meta si è resa colpevole di un “saccheggio monumentale“. Mentre Renaud Lefebvre, direttore generale dell’SNE, ha definito la sfida legale che gli editori stanno intraprendendo come una “battaglia tra Davide e Golia“.
Meta tace (per ora)
Dal canto suo, Meta non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sulla vicenda. Ma è facile immaginare che l’azienda di Mark Zuckerberg non resterà a guardare. La posta in gioco è alta: se gli editori dovessero spuntarla, potrebbero creare un precedente “pericoloso” per le aziende di AI che si nascondono dietro al fair use…
Gli editori e gli scrittori di tutto il mondo sono sul piede di guerra, e si capisce il perché. I colossi dell’AI stanno letteralmente depredando romanzi, poesie, articoli, opere d’arte che hanno richiesto anni di lavoro. Non chiedono la luna, vogliono solo regole chiare e una fetta della torta quando qualcuno usa le loro parole per addestrare i modelli AI.