Europa divisa su telecomunicazioni e net neutrality

Europa divisa su telecomunicazioni e net neutrality

La Commissione propone una riforma a tutto campo del mercato del Vecchio Continente. Una proposta che però attira critiche soprattutto sul fronte della neutralità della Rete
La Commissione propone una riforma a tutto campo del mercato del Vecchio Continente. Una proposta che però attira critiche soprattutto sul fronte della neutralità della Rete

Già anticipata mesi or sono dal vice-presidente della Commissione Europea e responsabile per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, la proposta di riforma “radicale” del mercato europeo delle telecomunicazioni viene finalmente presentata al Parlamento europeo. In quanto a radicalità, però, molti mettono in dubbio l’iniziativa e la genuina volontà, da parte delle autorità di Bruxelles, di difendere in maniera effettiva la net neutrality.

Nel presentare la proposta, la Commissione parla di “un balzo in avanti verso il mercato unico delle telecomunicazioni” con una serie di norme atte a semplificare, ottimizzare, garantire e difendere utenti e diritto all’accesso legalmente garantito alle risorse telematiche.

Kroes festeggia l’iniziativa come “buone notizie per il futuro delle comunicazioni mobili e di Internet in Europa”, con un pacchetto legislativo che prevede la semplificazione delle norme UE per gli operatori di telecomunicazioni, la già annunciata cancellazione dei costi di roaming per le chiamate all’estero, “nuovi diritti dei consumatori” armonizzati a livello comunitario, un’assegnazione coordinata dello spettro di frequenza per le reti wireless di nuova generazione (4G e WiFi), “tutela giuridica dell’Internet aperta” vale a dire garanzie sulla neutralità della rete.

Il parlamento dovrà ora discutere la proposta della Commissione, ma il testo proposto ai rappresentati europei è destinato a sollevare critiche e alimentare discussioni come già aveva cominciato a fare prima ancora dell’ufficializzazione dell’iniziativa di Bruxelles.

Le critiche si rivolgono in particolare alle succitate – e secondo alcuni presunte – garanzie sulla net neutrality, con il diavolo che si nasconde nei dettagli: l’on. Stefano Quintarelli, già noto online per la sua esperienza sul tema, evidenzia in particolare alcuni passaggi critici degli articoli 23 e 19 della proposta, un po’ troppo appiattiti sulle esigenze delle società di telecomunicazioni piuttosto che sul reale rispetto di una “neutralità” dei bit che resta teorica.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 set 2013
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