Facebook Marketplace nel mirino dell'antitrust UE

Facebook Marketplace nel mirino dell'antitrust UE

La Commissione Europea si prepara ad aprire un fascicolo su Facebook Marketplace: l'ipotesi è quella di abuso di posizione dominante.
Facebook Marketplace nel mirino dell'antitrust UE
La Commissione Europea si prepara ad aprire un fascicolo su Facebook Marketplace: l'ipotesi è quella di abuso di posizione dominante.

La Commissione Europea non ha allentato la morsa delle indagini antitrust e anche in epoca di Covid-19 porta avanti le proprie attività mettendo nel mirino Facebook e il suo servizio “Marketplace“. Per molti versi la sensazione è quella di un déjà-vu, un’immagine che richiama tanto alle prime indagini contro Microsoft su Windows Media Player prima e Internet Explorer poi, quanto alle successive su Google e Android.

La logica rimane la medesima, ma saranno i dettagli a fare la differenza per le decisioni finali: qualora sia concretizzata una posizione dominante in uno specifico mercato, tale vantaggio non può essere traslato ad un mercato parallelo beneficiando del proprio vantaggio acquisito. La compartimentazione dei mercati è pensata per favorire la concorrenza, evitando che i grandi gruppi possano invadere in modo deleterio campi altrui, facendo incetta di quote di mercato senza meriti oggettivi acquisiti.

Facebook Marketplace sotto esame

Facebook Marketplace è un mercatino interno al social network, un servizio pensato per mettere in contatto le persone attraverso un processo di comunicazione sugli oggetti posti in vendita. Sebbene non sia certo uno degli aspetti preminenti di Facebook, è chiaro come il marketplace abbia preso piede progressivamente, dimostrando di aver ormai attecchito anche grazie alla maggior pulizia dei news feed: isolando gli annunci, di fatto migliora l’esperienza generale sul network poiché a sparire sono noiosi annunci pubblicitari di scarso interesse.

Quello che è sicuramente un servizio gradito dagli utenti (così come lo erano del resto altri servizi puniti dall’antitrust in passato), non è però qualcosa che può piacere ad una concorrenza che non ha possibilità di accesso a medesimi spazi sul social network. Facebook, insomma, facendo leva sulla propria community da miliardi di utenti avrebbe creato un mercato parallelo di compravendita a danno di altri gruppi, ma soprattutto generando minori ricavi per altre aziende del mondo dell’advertising (che attorno agli annunci potrebbero costruire altrimenti una serie di correlazioni particolarmente proficue).

Al momento la commissione non ha aperto una indagine formale, ma Facebook ha già preannunciato la propria piena disponibilità a collaborare ed a fornire tutte le informazioni che si ritenessero necessarie. Il gruppo è peraltro già sotto esame per il progetto Libra, al momento chiaramente in stand-by e già pesantemente in difficoltà nella fase pre-Coronavirus.

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Pubblicato il
6 apr 2020
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