Facebook, senza fact-checking la disinformazione dilaga

Facebook, senza fact-checking la disinformazione dilaga

Meta sta eliminando il fact-checking di terze parti negli USA e senza questi controlli già si stanno diffondendo bufale virali su Facebook.
Facebook, senza fact-checking la disinformazione dilaga
Meta sta eliminando il fact-checking di terze parti negli USA e senza questi controlli già si stanno diffondendo bufale virali su Facebook.

Meta sta mandando in soffitta i suoi programmi di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Ma non è finita qui. Mentre da un lato abbassa la guardia sulla qualità dei contenuti, dall’altro reintroduce un programma di bonus per i creatori che sfornano post virali. Insomma, il messaggio sembra essere: “Non importa se quello che pubblichi è vero o falso, l’importante è che faccia il botto sui social!“.

Meta dice addio al fact-checking e la disinformazione dilaga

Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Meta, ha dichiarato che l’azienda adotterà un approccio simile a quello delle Community Notes di X. Saranno gli utenti stessi a segnalare i contenuti sospetti. Peccato che affidarsi al “fiuto” degli utenti per scovare le bufale sia un po’ come chiedere al lupo di fare da guardia al pollaio.

Meta non completerà la transizione del suo sistema di fact-checking fino a marzo. Eppure, i contenuti falsi già si stanno diffondendo a macchia d’olio. Un gestore di una pagina Facebook, che ha diffuso la falsa notizia virale secondo cui l’ICE pagherebbe 750 dollari a chi segnala immigrati clandestini, ha detto a ProPublica che la fine del programma di fact-checking è una “grande notizia“.

Il tempismo di Meta fa discutere

Secondo ProPublica, questi cambiamenti potrebbero creare le condizioni ideali per la diffusione delle fake news. Allentare i controlli sui contenuti falsi e reintrodurre un programma di bonus per i creator virali, può essere combinazione potenzialmente esplosiva. Senza meccanismi di verifica rigorosi, i contenuti fuorvianti o manipolatori rischiano di diffondersi più rapidamente. Inoltre, il nuovo sistema di incentivi potrebbe spingere molti creator a privilegiare contenuti sensazionalistici, magari esagerati o ingannevoli, pur di ottenere più interazioni e quindi maggiori guadagni.

Il dilemma della moderazione dei contenuti

La decisione di Meta riaccende il dibattito sul ruolo delle piattaforme social nella lotta alle fake news. Da un lato, c’è chi invoca una maggiore responsabilità da parte dei giganti tech nel filtrare i contenuti falsi e dannosi. Dall’altro, c’è chi teme che un eccesso di censura possa limitare la libertà di espressione e il dibattito pubblico. Un equilibrio difficile da trovare.

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Pubblicato il
24 feb 2025
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