La Commissione Europea avrebbe preparato una proposta di legge per obbligare le Big Tech a contribuire all’aggiornamento delle infrastrutture di rete. La bozza del documento, visionata da Bloomberg, prevede il cosiddetto Fair share, ovvero la partecipazione alle spese sostenute dagli operatori di telecomunicazioni. Tra i maggiori sostenitori ci sono TIM, Vodafone, Deutsche Telekom, Orange e Vodafone.
Fair share: alla fine pagano gli utenti
Il Commissario per il Mercato Interno, Thierry Breton (ex CEO di Orange), aveva promesso agli operatori TLC di affrontare la questione a metà settembre 2022 e durante un successivo incontro con gli amministratori delegati di TIM, Deutsche Telekom, Telefonica, Orange e Vodafone. Anche i governi di Italia, Francia e Spagna hanno sollecitato l’intervento dei legislatori europei.
Come si può leggere nel documento pubblicato da TIM, gli operatori devono investire nello sviluppo delle infrastrutture per fronteggiare l’incremento di traffico generato dai grandi fornitori di servizi Internet. Il CEO Pietro Labriola specifica che i sei più grandi player digitali generano il 55% del traffico nel vecchio continente. Non sono indicati i nomi, ma quasi certamente si tratta di Apple, Amazon, Google, Microsoft, Meta e Netflix.
Grazie al Fair share, le Big Tech dovranno contribuire alle spese, probabilmente con pagamenti diretti agli operatori. Al momento è stata avviata solo una consultazione con le parti interessate, che dovrebbe comunque terminare tra due o tre mesi. La proposta di legge approderà poi alla fase successiva dell’iter. Non dimentichiamo che, a causa di altri fattori, il costo di alcuni servizi di streaming è aumentato. Non è difficile immaginare chi subirà le conseguenze di questa nuova decisione.