Continua lo scontro tra i principali operatori di telecomunicazioni europei e le Big Tech statunitensi. L’obiettivo delle telco è convincere la Commissione europea ad imporre il cosiddetto “fair share“. Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft e Netflix dovrebbero pagare una “tassa” per contribuire alla realizzazione e manutenzione delle infrastrutture di rete. Una discussione sull’argomento è stata avviata a fine febbraio.
Pressione delle telco sui legislatori europei
Negli ultimi anni è aumentato vertiginosamente il traffico dati, sia quello associato ai servizi cloud di produttività che quello associato allo streaming audio/video. Gli operatori di telecomunicazioni hanno dovuto incrementare gli investimenti (oltre 52 miliardi di euro solo nel 2020) per potenziare le infrastrutture di rete.
Dato che Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft e Netflix generano oltre il 50% del traffico in Europa, le telco chiedono un contribuito economico per lo sviluppo e manutenzione delle reti, ovvero il cosiddetto “fair share”. Un dirigente di Orange ha dichiarato che, senza le reti, non esisterebbero Netflix e Google. La “tassa” è simile a quella che gli sviluppatori pagano ad Apple e Google per poter distribuire le app sui loro store.
Un dirigente di Netflix ha dichiarato che le telco guadagnano già dagli abbonamenti degli utenti, quindi verrebbero pagati due volte. Sia gli operatori di telecomunicazioni che le Big Tech avvertono che le conseguenze cadrebbero sugli utenti finali con un taglio dell’offerta o un aumento degli abbonamenti.
A fine febbraio è stata avviata una consultazione tra tutte le parti interessate. L’obiettivo è trovare una soluzione condivisa, ma sarà certamente un “problema” difficile da risolvere in tempi brevi.