Fine del gratis/ Anche Homestead a pagamento

Fine del gratis/ Anche Homestead a pagamento

Il portalone delle pagine personali gratis ora fa pagare quasi 30 dollari l'anno puntando su nuovi servizi
Il portalone delle pagine personali gratis ora fa pagare quasi 30 dollari l'anno puntando su nuovi servizi


Web – Un altro importante “snodo” della rete gratis, Homestead.com , ha deciso di trasformare il proprio modello di business, passando dallo spazio web gratuito a quello a pagamento.

Per le aziende che si rivolgono ad Homestead non cambia granché, mentre cambia tutto per coloro che su Homestead avevano costruito i propri siti personali. In quel caso, infatti, dovranno iniziare a pagare 29,99 dollari all’anno per “l’hosting” delle loro pagine. Ai nuovi clienti, invece, viene chiesto un pagamento leggermente superiore.

Il servizio, noto anche per i suoi tool di assistenza online alla realizzazione dei siti dei suoi utenti, consentiva ai privati di ottenere 16 megabyte di spazio su disco. La nuova versione “Personal” del servizio porta i megabyte a 25, consente di accedere facilmente ai tool di supporto, offre una libreria di 800mila elementi grafici, elimina tutta la pubblicità e il logo dell’azienda dalle pagine. Con la versione a pagamento ogni utente può avere quanti siti vuole, qualsiasi numero di pagine, all’interno dei 25 megabyte di spazio.

Una versione gratuita rimane attiva, ma è limitata a 8 megabyte di spazio per un unico sito che sia composto da massimo tre pagine. La transizione ai servizi a pagamento si concluderà alla fine di settembre.

La decisione di Homestead si è basata, stando a quanto affermato dall’azienda, sui risultati del sondaggio condotto presso una porzione consistente degli utenti dei servizi online Homestead. A loro, infatti, nelle scorse settimane era stata inviata una email che illustrava la situazione e chiedeva di formulare proposte. Nella lettera si faceva riferimento al “collasso del sistema della sponsorship” online e all’impossibilità di “mantenere gratuiti i servizi internet”.

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Pubblicato il
5 lug 2001
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