Geohot, niente auto senza pilota

Geohot, niente auto senza pilota

Le pressioni già subite dalle autorità fanno rallentare il progetto di Hotz. La burocrazia soffoca l'innovazione? Ma Uber guarda già al cielo
Le pressioni già subite dalle autorità fanno rallentare il progetto di Hotz. La burocrazia soffoca l'innovazione? Ma Uber guarda già al cielo

Geohot, al secolo George Hotz, l’hacker noto per il jailbreak di iPhone, ha annunciato la cancellazione del suo primo progetto con al centro le auto senza pilota , “Comma One”.


George Hotz aveva convinto uno dei più prestigiosi finanziatori della Silicon Valley, Andreesen Horowitz ed il suo gruppo a16z, a concedergli un finanziamento da 3,1 milioni di dollari per lavorare al suo personalissimo progetto dedicato alle auto senza pilota: una fotocamera da 13 dollari ed un sofisticato software chiamato Comma.ai, destinati – secondo il piano originale – ad essere venduti sotto forma di kit da appena mille dollari in grado di trasformare ogni veicolo in un’auto senza pilota .

A spingerlo ora ad abbandonare i suoi ambiziosi progetti sembrano essere state le istituzioni a stelle e strisce: l’hacker ha letto le prime domande poste dalle autorità come minacce. Nel documento inviatogli dalla National Highway Traffic Safety Administration si legge la richiesta di precise informazioni per garantire la sicurezza del prodotto o di attendersi multe fino a 21mila dollari al giorno.

George Hotz ha dunque deciso di non voler combattere con questa burocrazia, “meglio una vita trascorsa a costruire fantastiche tecnologie – scrive su Twitter – che passata ad aver a che fare con avvocati e regolatori”.

Mentre, dunque, aziende come Uber già immaginano la possibilità di un sistema di trasporto on demand volante ( si chiama VTOL e sarebbe un hovercraft che prende il volo ed atterra verticalmente come un elicottero) le istituzioni appaiono ancora spaventate dalla prospettiva di veder circolare sulle strade auto senza pilota.

L’abbandono di Comma One non significa che l’hacker non si impegnerà più in questo settore, ma che dovrà rimodulare le sue possibilità e valutare – dice – eventuali nuovi prodotti e mercati.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 31 ott 2016
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