Armonk (USA) – Ora è ufficiale. Dopo mesi di speculazioni in cui più volte aveva fatto capire che presto avrebbe lasciato i propri incarichi in IBM, Louis V. Gerstner, CEO del’azienda, ha annunciato nelle scorse ore che il giorno del suo 60esimo compleanno sarà anche l’ultimo giorno di lavoro come CEO della maggiore tra le imprese dell’ICT.
A Gerstner IBM deve moltissimo, perché è stato lui il leader che ha ripreso IBM dal tunnel di una pesante crisi finanziaria e l’ha ricostruita da capo a piedi , rimettendo in gioco l’azienda nei rami di business in cui disponeva di una consolidata leadership e aprendo una serie di attività, soprattutto nel campo dei servizi, che oggi offrono ad IBM una posizione senza eguali nel panorama internazionale dei produttori di soluzioni tecnologiche. Da quando Gerstner è giunto in IBM il valore dei titoli dell’azienda si è moltiplicato di 800 volte.
Gerstner, chairman e CEO di IBM dal primo aprile del 1993, ha inviato un’email ai 320mila dipendenti tradendo una punta di nostalgia per questi “anni ruggenti” e ostentando ottimismo per il futuro dell’azienda, che sarà guidata a partire dal prossimo primo marzo dal 50enne Samuel J. Palmisano, da anni vice di Gerstner e da tempo presidente dell’azienda. Sul piano tecnico Gerstern rimarrà chairman fino alla fine dell’anno.
Nelle mani di Palmisano arriva un’impresa che nell’ultimo trimestre ha portato a casa profitti per 2,3 miliardi di dollari su entrate di 22,8 mliardi, in un anno durante il quale il settore ha subito una contrazione. Sotto la leadership di Palmisano, gli analisti si attendono pesanti investimenti nelle tecnologie emergenti da parte di IBM. Tra l’altro proprio Palmisano sarebbe l’autore delle strategie che hanno avvicinato IBM a Linux, sistema operativo sul quale l’azienda punta sempre di più.