Giappone, banda larga da 1,2 Gigabit

Giappone, banda larga da 1,2 Gigabit

Si punta molto sul nuovo apparato orbitale, capace di fornire alle utenze più desiderose di banda punte da 1,2 Gigabit, con apparati SAT bidirezionali. La latenza? Dimezzata. I dettagli
Si punta molto sul nuovo apparato orbitale, capace di fornire alle utenze più desiderose di banda punte da 1,2 Gigabit, con apparati SAT bidirezionali. La latenza? Dimezzata. I dettagli

Roma – Giappone e sudest asiatico a breve godranno di connettività velocissima, anche in zone digital-divise: il lancio del satellite Kizuna , il 14esimo di una costellazione dedicata made in Japan , è perfettamente riuscito .

Sviluppato da Mitsubishi Heavy Industries Co , il satellite è stato lanciato nell’ambito del programma spaziale della Japan Aerospace Exploration Agency ( JAXA ), in cooperazione con l’Istituto nazionale della Tecnologia della Comunicazione ( NICT ). Sarà posizionato a 36mila Km di altezza, in orbita geostazionaria sopra al Giappone e riuscirà a coprire circa un terzo della superficie del globo terrestre.

Uno degli elementi chiave che ne delineano il quadro innovativo, stando alle autorità nipponiche, sarebbe la presenza a bordo del protocollo ATM : ciò consentirà, a differenza di quanto avviene con altri apparati satellitari, di inviare le celle ATM ai destinatari corretti, senza bisogno di eseguire l’ordinamento in collaborazione con le stazioni a terra. Evitare tale bouncing consentirà, spiega il project manager Yasuo Nakamura, di ottenere tempi di latenza nettamente inferiori.

Un nuovo nodo di rete si aggiunge, dunque, alla già affollata volta del cielo, con prestazioni di tutto rispetto: una semplice antenna parabolica da appena 45 cm , non più grande di quelle comunemente usate per ricevere la TV, basterà per avere 155 Megabit/secondo in downlink e 6 Megabit/secondo in uplink. Se, viceversa, si volesse di più, sarà sufficiente dotarsi di antenna più generosa: con una parabola da cinque metri di diametro, la velocità passa a 1,2 Gigabit/secondo . Provider ed enterprise potranno dunque godere di velocità normalmente raggiungibili solo dotandosi di collegamenti in fibra o di tecnologie molto avanzate.

Il satellite è stato espressamente concepito per colmare il vuoto nelle zone digital-divise: Giappone e dintorni saranno serviti dalla parabola di sinistra, mentre il sudest dell’Asia da quella di destra (vedi foto). La grande capacità in termini di trasporto dati, tuttavia, non esclude i molteplici altri impieghi, compreso il broadcasting di trasmissioni in alta definizione.

“Il Wideband Inter Networking engineering test and Demonstration Satellite (WINDS) è stato sviluppato per offrire servizi internet ad alta velocità per chiunque, in qualunque momento e dovunque”, si legge sulla pagina del sito JAXA dedicata al progetto.

Il dialogo con il nuovo satellite è in banda Ka (da 20 a 30 GHz), costituita da frequenze adatte ma fortemente influenzate dalle intemperie. Per questa ragione, a bordo è stato previsto l’impiego di MPA (Multi Power Amplifier), speciali amplificatori servocontrollati dal flusso dati che, entro determinati limiti, variano dinamicamente la potenza trasmessa in relazione alle condizioni di chi riceve.

Questa, e molte altre tecniche innovative installate nel nuovo satellite, come la Active Phased Array Antenna (APAA), consentiranno di coprire moltissime zone dove risulta difficoltoso installare strutture in grado di offrire una tale velocità.

Con questo nuovo strumento il team del progetto punta, oltre alla mera connettività, a coprire esigenze ormai irrinunciabili come le comunicazioni in caso di disastri ambientali, la limitazione del digital-divide, la formazione a distanza e la telemedicina.

I più curiosi troveranno, a partire da questa pagina , moltissimi dettagli sull’evento, sui personaggi, sulle caratteristiche tecniche del nuovo satellite e delle sue molteplici possibilità, mentre su questa pagina è possibile assistere al filmato del lancio, ripreso dalla stessa JAXA.

Non resta che augurarsi una disponibilità ancora più ampia di questi satelliti la cui efficacia, escludendo le applicazioni real-time su cui c’è dello scontato scetticismo , invada di prepotenza grandi porzioni del “feudo” delle connessioni veloci terrestri.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il 25 feb 2008
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