Nella giornata di mercoledì, il consiglio comunale di Taranto si pronuncerà sul futuro dell’ex Ilva. Una decisione importante non solo per il complesso industriale, ma anche e soprattutto per la popolazione che lo circonda, martoriata da decenni di inquinamento, speculazione e promesse non mantenute. Nella discussione si inserisce (nuovamente) una proposta che tira per la giacchetta Elon Musk e Tesla: la realizzazione di una Gigafactory al posto dell’acciaieria, in cui costruire e assemblare batterie e auto elettriche a zero emissioni.
Una Gigafactory di Tesla a Taranto?
A lanciarla, anzi a rilanciarla, è Tesla Owners Italia, primo club del nostro paese ufficialmente riconosciuto dall’automaker. Lo fa con un comunicato in cui condanna fermamente il nuovo piano del Governo
, che mira a prolungare fino al 2038 le emissioni industriali più dannose d’Europa
.
Nel 2021 abbiamo proposto un’alternativa concreta: convertire quell’area industriale in una Gigafactory a zero emissioni, per la produzione di veicoli elettrici, batterie e componentistica per la transizione energetica.
Il riferimento è al manifesto Tesla 4 Taranto presentato ormai quattro anni fa.
Tesla Owners Italia è stata citata nel 2017 dal CEO dopo aver fatto registrare un record: la prima auto elettrica di serie a superare i 1.000 Km di autonomia con una sola ricarica.
L’accordo sull’ex Ilva, manca solo la firma
Quanto è fattibile, nel concreto, la realizzazione una Gigafactory a Taranto? Lo slancio si scontra con la realtà. Non risulta che Elon Musk abbia mai risposto alla lettera (PDF) che Tesla Owners Italia gli ha indirizzato nel 2021. Si apriva così.
Caro Elon, l’autore di questa lettera è Tesla Owners Italia, insieme ai cittadini e alle personalità istituzionali di Taranto.
E, stando agli ultimi aggiornamenti, i vertici di Regione Puglia sembrano inclini a firmare l’accordo che consentirà all’ex Ilva di continuare a produrre, pur integrando processi di decarbonizzazione. Si parla di una tecnologia in grado di abbattere le emissioni inquinanti del 95%, ma chi abita nella zona ha imparato a prendere con le pinze promesse di questo tipo. Le ultime dichiarazioni del presidente Michele Emiliano fanno riferimento a un via libera ottenuto anche dalla sigla sindacale USB. Insomma, sembra tutto già scritto.