I Paesi dell’UE resistono ancora, ma non per molto. In occasione della conferenza Google I/O, Big G ha annunciato il lancio di AI Overview in oltre 200 Paesi – al di fuori dell’UE – mentre AI Mode è in fase di roll out a tutti gli utenti statunitensi. È meglio essere preparati: le panoramiche AI sono già state testate in nove Paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Svizzera) e potrebbe rappresentare uno sconvolgimento nel modo di concepire il posizionamento online.
Come adattarsi alla nuova situazione? In un articolo pubblicato su Search Central Blog, Google ha delineato le best practice da adottare per migliorare la SEO nelle esperienze di ricerca AI, ovvero AI Overview e AI Mode.
Cosa sono le AI Oveview e AI Mode?
La distinzione tra queste due nuove funzionalità di Google non è chiara a tutti. Ecco come funzionano e cosa significano per i creatori di contenuti online.
La funzione di AI Overview, precedentemente nota come SGE (Search Generative Experience), è stata presentata alla fine del 2023 e sarà introdotta gradualmente nel corso del 2024. Il principio è il seguente: per determinate query in Google Search, gli utenti vedranno apparire un riepilogo generato dall’AI direttamente in cima ai risultati. In questo modo si ottiene una risposta diretta e concisa.
Per i creatori di contenuti, questo significa un cambiamento importante: il traffico proveniente dalla SEO potrebbe diminuire se gli utenti ottengono le risposte senza cliccare sui link. Al contrario, le anteprime dell’AI includono i link alle fonti utilizzate per scrivere la risposta. La capacità di apparire tra queste fonti diventa quindi un problema.
AI Mode è una nuova scheda di Google Search dedicata alle ricerche complesse, che utilizza l’AI Gemini 2.5 per fornire risposte dettagliate. Gli utenti possono interagire ponendo domande di approfondimento e accedere a link a fonti ritenute rilevanti. L’AI Mode utilizza un metodo chiamato query fan-out, che suddivide una query in sotto-domande per eseguire più ricerche sul web contemporaneamente. Il risultato è una risposta più completa e ricca di sfumature.
Per i creatori di contenuti, questo significa che, anche se la visualizzazione dei risultati è diversa da quella di una SERP tradizionale, i contenuti affidabili e ben referenziati possono comunque apparire come fonti citate nelle risposte dell’intelligenza artificiale. La sfida diventa quindi non solo apparire nei risultati, ma anche essere selezionati dall’AI come contenuti di riferimento in questa nuova interfaccia.
Panoramiche AI e AI Mode: i consigli di Google per la SEO
Google ha quindi deciso di supportare proprietari di siti, editori e designer per aiutarli a trarre vantaggio da queste nuove esperienze di ricerca. Ma i consigli rimangono molto generali e sono simili a quelli per la SEO in Google Search.
Ecco i consigli di Google:
- Creare contenuti utili per i visitatori: Google ribadisce la sua regola d’oro della SEO: “creare contenuti utili, affidabili e orientati alle persone.”. Insomma, la solfa non cambia.
- Offrire un’esperienza di navigazione piacevole: ancora una volta, Google ci ricorda una regola SEO fondamentale. Al di là dei contenuti, anche l’esperienza sulla pagina deve essere piacevole. L’azienda consiglia di verificare se la pagina viene visualizzata bene su tutti i dispositivi. Inoltre, deve avere una buona latenza e visitatori devono poter distinguere facilmente il contenuto principale dal resto dei contenuti.
- Garantire a Google l’accesso ai contenuti: da un punto di vista tecnico, Google sottolinea che è essenziale soddisfare i suoi requisiti. Ecco perché non si deve bloccare Googlebot. Inoltre, bisogna assicurarsi che la pagina sia indicizzabile e funzioni correttamente.
- Controllare l’aspetto dei contenuti nei risultati di ricerca: Google lascia agli editori il controllo su cosa far vedere nei risultati di ricerca, compresi quelli generati dall’AI. Con qualche tag HTML strategico, si può decidere quali parti dei contenuti mostrare e quali tenere nascosti.
- I dati strutturati devono riflettere fedelmente ciò che è realmente visibile nella pagina: questo messaggio è rivolto principalmente agli imbroglioni. Le informazioni presenti nei dati strutturati devono essere coerenti con il contenuto effettivamente visibile agli utenti sulla pagina. In caso contrario, si rischia una penalizzazione.
- Affidarsi alla multimodalità per aumentare la visibilità: grazie all’AI, gli utenti ora possono effettuare ricerche multimodali scattando una foto o caricando un’immagine, per poi porre una domanda al riguardo. Google consiglia di adattarsi a questo fenomeno accompagnando i contenuti testuali con immagini e video di qualità.
- Capire il valore delle visite: questo consiglio mira più a farci accettare l’arrivo dell’AI che ad aumentare il traffico. Google raccomanda di “non concentrarsi troppo sui clic“, ma di esaminare “il valore complessivo delle visite provenienti dalla ricerca“. L’azienda promette che i clic provenienti dalle AI Overview sono di “qualità superiore”.
I gusti cambiano…
La ricerca su Google è in costante evoluzione, perché anche le esigenze degli utenti cambiano continuamente. Un tempo bastavano dieci semplici link blu per soddisfare la curiosità delle persone. Ma oggi, chi cerca online vuole molto di più: immagini, video, notizie, approfondimenti. Google ha dovuto adattarsi a queste nuove aspettative. E con l’arrivo degli smartphone, anche il modo di accedere ai contenuti è cambiato: dallo schermo del computer si è passati a quello del telefono. Tutto questo ha trasformato profondamente l’esperienza di ricerca.