All’inizio dell’anno, Google ha introdotto tre funzionalità sperimentali per Chrome che sfruttano l’intelligenza artificiale. Un ingegnere dell’azienda di Mountain View ha spiegato come è avvenuto lo sviluppo e la soluzioni adottate per ottenere il risultato finale.
Storia dei primi tool IA per Chrome
Adriana Porter Felt, Director of Engineering del team Chrome, ha dichiarato che l’obiettivo era sfruttare l’intelligenza artificiale per velocizzare l’esecuzione di alcune operazioni quotidiane. Al termine del brainstorming sono nate le funzionalità AI themes, Tab organizer e Help me write.
La prima utilizza un modello text-to-image per creare temi personalizzati. La seconda raggruppa automaticamente le schede aperte in categorie. Infine, la terza consente la generazione di una bozza di testo (come in Gmail).
L’uso dei LLM (Large Language Model) nel browser rappresenta una sfida, in quanto il risultato finale dipende dall’input dell’utente. Le tradizionali funzionalità forniscono sempre lo stesso output per lo stesso input. Quindi vengono aggiunte a Chrome, se il risultato dei test è quello desiderato.
Per sviluppare le funzionalità IA è invece necessario testare differenti scenari, simulando in pratica il comportamento umano. Nel caso del raggruppamento automatico delle schede, gli ingegneri di Google hanno dovuto evitare la visualizzazione di emoji inappropriate (se l’argomento è una nascita, Chrome non deve mostrare un teschio).
Nel caso dei temi IA sono state invece limitate le opzioni, in modo da ottenere immagini di migliore qualità. Gli utenti non scrivono un prompt, ma scelgono un soggetto di base e quindi specificano stile e colore. Le funzionalità IA sono “esperimenti” che possono cambiare in meglio l’esperienza d’uso di Chrome.