Il Google doodle di oggi è una vetrina per l'AI Mode

Il Google doodle di oggi è una vetrina per l'AI Mode

Un clic sul logo speciale mostrato oggi da Google scaraventa nell'AI Mode del motore di ricerca: è questa la nuova funzione dei doodle?
Il Google doodle di oggi è una vetrina per l'AI Mode
Un clic sul logo speciale mostrato oggi da Google scaraventa nell'AI Mode del motore di ricerca: è questa la nuova funzione dei doodle?

Visitando oggi l’homepage di Google ci si trova di fronte a un nuovo doodle, dedicato all’equazione di secondo grado (y=ax²+bx+c). La metafora scelta per spiegarla è la traiettoria parabolica di un tiro di basket, con tanto di animazione che invoglia il clic. Una volta premuta, l’immagine innesca una dinamica differente rispetto a quanto avveniva in passato, indirizzando alla nuova AI Mode del motore di ricerca.

AI Mode sempre più centrale per Google

È la modalità basata sull’intelligenza artificiale arrivata in Italia un paio di settimane fa. Nelle intenzione del gruppo di Mountain View, dovrebbe affiancare (forse sostituire) quella tradizionale, con inevitabili ripercussioni negative sul traffico veicolato verso i siti da cui estrae le informazioni.

Il Google doodle di oggi, 22 ottobre 2025

Torniamo al doodle, visibile qui sopra. Un clic, dicevamo, attiva la AI Mode e spiega il legame tra l’equazione di secondo grado e un tiro nel basket. L’interfaccia è quella tipica di un chatbot (Gemini in primis), con un campo di testo che permette di chiedere qualsiasi cosa.

La AI Mode di Google spiega l'equazione di secondo grado

Niente più SERP, dunque. Quella dinamica tipica dei Google doodle che mostrava una pagina dei risultati con le fonti da consultare è scomparsa. Se non è una dichiarazione di intenti su quello che sarà il futuro del motore di ricerca, poco ci manca.

AI Mode rappresenta in qualche modo la naturale estensione di AI Overvew, quello specchietto mostrato in alto alla schermata dopo ogni query, per riassumere informazioni essenziali sull’argomento. Quest’ultimo sistema è finito proprio pochi giorni fa nel mirino di FIEG e AGCOM, che in Italia puntano il dito contro una presunta violazione del Digital Services Act. L’accusa è di tagliare il traffico generato verso i siti che si occupano di creare e di pubblicare i contenuti, generando così un importante danno economico a un intero settore, quello dell’editoria, causato dalla riduzione di visibilità e introiti pubblicitari.

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Pubblicato il
22 ott 2025
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