Green Pass in azienda, tra Confindustria e Sindacato

Green Pass in azienda, tra Confindustria e Sindacato

Il Green Pass in azienda può essere adottato, ma non deve diventare un'occasione di scontro tra azienda e lavoratore: le richieste al Governo.
Green Pass in azienda, tra Confindustria e Sindacato
Il Green Pass in azienda può essere adottato, ma non deve diventare un'occasione di scontro tra azienda e lavoratore: le richieste al Governo.

Il sindacato è favorevole all’adozione del Green Pass, anche in azienda. L’apertura a quelle che sono state le proposte di Confindustria è un passo importante sulla strada dell’adozione, ma il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha posto immediatamente un veto oltre il quale non si accetteranno deroghe:

Non abbiamo nulla in contrario all’estensione del Green Pass, ma non può diventare uno strumento usato dalle imprese per discriminare e licenziare. Contemporaneamente, abbiamo ribadito che in ogni caso, anche se i lavoratori sono vaccinati e con il Green Pass, bisogna sempre mantenere tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli in questo senso, il che vuol dire la mascherina, il distanziamento e vuol dire la sanificazione.

Il filo che lega le proposte di Confindustria a quelle del sindacato può essere molto importante per il Paese sia perché rappresenta l’ossatura della dignità istituzionale del Green Pass, sia perché può tenere assieme le due anime del mondo del lavoro in Italia. Una trattativa a distanza, con il Governo saldamente al timone, da cui dovrà scaturire il miglior contesto possibile per i mesi nei quali il Paese dovrà mettere le ali alla ripresa economica.

Tra Confindustria e sindacato

Confindustria propose già a suo tempo l’adozione del Green Pass in azienda, così che si potessero allentare le restrizioni ed evitare tutta una serie di gravose responsabilità in capo ai datori di lavoro. La CGIL, alla vigilia di importanti decisioni del Governo in seno al futuro del Green Pass, tende la mano e detta le proprie condizioni: se il Green Pass non diventa uno strumento che va a scombinare gli equilibri contrattuali tra azienda e lavoratore, allora sia il benvenuto. Il Sindacato, anzi, si dice disposto anche a rinegoziare i protocolli di sicurezza perché questo è l’aspetto che deve restare al centro del dibattito.

Bonomi, Presidente di Confindustria, ha espresso a Draghi tutte le proprie perplessità chiedendo chiarezza: “durante il primo lockdown i ristoranti furono chiusi e con loro le mense aziendali. Ma, con l’obbligo di green pass nei ristoranti dal 6 agosto, cosa succede alle mense? Come dobbiamo comportarci, visto anche che l’Inail considera il Covid un infortunio di cui l’azienda ha la responsabilità? Se è così, servono soluzioni chiare. Non ci si può far trovare ancora una volta impreparati e vorrei vedere quali sindacati sono contrari alla tutela della salute dei lavoratori. Di certo una nuova ondata non deve fermare il lavoro e le imprese, il Paese non se lo può più permettere“.

Per le aziende l’imbarazzo è chiaro: molte vorrebbero imporre il Green Pass, ma questo (come richiede peraltro Landini in questo contesto) non deve portare a licenziamenti, sospensioni o demansionamenti. Le aziende non hanno però alternative a provvedimenti di questo tipo, il che sposta la palla in ambito politico: sia il Governo a scegliere, perché in caso contrario tra azienda e lavoratori non sarebbe possibile trovare un punto di incontro conciliabile con le normative vigenti.

Landini conferma infatti di aver riferito al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ogni valutazione circa l’obbligatorietà del Green Pass sul posto di lavoro deve restare in capo alle decisioni del Governo: “Noi abbiamo colto l’occasione per dire che esiste un problema sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, perché purtroppo si continua a morire per incidenti, per infortuni anche con la mascherina“.

Sia Confindustria che Sindacato, insomma, sono allineate con il Governo circa la necessità di estendere la platea della cittadinanza vaccinata. Tema del contendere non è il “se”, quindi, ma il “come”. Ma entrambe le parti aprono ad una soluzione: un punto di incontro si può trovare e tocca a Mario Draghi trovare la sintesi.

Fonte: Collettiva.it
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Pubblicato il
3 ago 2021
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