Online oramai si trovano dozzine di alternative a ChatGPT basate sul modello di linguaggio GPT-3.5 (o sul successore GPT-4, nei casi migliori) con qualche funzionalità specifica in più a seconda del focus degli sviluppatori. Ad esempio, a inizio maggio 2023 abbiamo osservato il caso di Notion AI, uno strumento di produttività pensato per blogger e lavoratori nel settore del marketing e della creazione di contenuti. Oggi, invece, vi parleremo di HuggingChat, un’alternativa gratuita e open source sviluppata dall’azienda statunitense Hugging Face. Vediamo cosa è in grado di fare e le differenze più evidenti tra tale soluzione e quella offerta da OpenAI.
Che cos’è HuggingChat?
HuggingChat nasce dalla collaborazione tra Hugging Face e LAION, organizzazione no-profit tedesca nota altrimenti come Large-scale Artificial Intelligence Open Network, il cui lavoro è quello di “rendere più accessibili al pubblico generale i modelli ML, dataset e qualsiasi codice sorgente relativo alle IA”, estrapolandoli dal Web in seguito al loro utilizzo per addestrare modelli già noti come Stable Diffusion e Imagen. Nel caso specifico di HuggingChat, la partnership si manifesta nell’utilizzo del modello LLaMa creato da LAION, per il quale HuggingChat funge essenzialmente da interfaccia utente.
Il vantaggio chiave rispetto a ChatGPT è la sua natura open source: ciò significa che gli utenti possono accedere a ogni minima informazione riguardante i meccanismi interni dell’IA, replicandoli o migliorandoli grazie alla loro esperienza. Inoltre, in questo modo è possibile accertarsi che l’IA generativa non violi la privacy degli utenti, ergo ottenga l’accesso indesiderato e non autorizzato ai dati sensibili o alla memorizzazione di informazioni condivise dal consumatore per la generazione di contenuti.
Durante il mese di aprile 2023 le stime pubblicate dallo staff dietro HuggingChat parlavano di un addestramento sulla base di circa 30 miliardi di parametri, una cifra molto più bassa rispetto ai 175 miliardi per GPT-3.5 e all’ancora più ricco database fornito in pasto al successore GPT-4. Nonostante ciò, con questi numeri il chatbot di Hugging Face è a tutti gli effetti il chatbot IA open-source con le migliori prestazioni possibili.
Come funziona?
Chi ha utilizzato ChatGPT si sentirà a casa: l’interfaccia utente di HuggingChat è molto familiare a quella visibile nel caso del chatbot OpenAI, in quanto la casella di testo si posiziona proprio nella parte inferiore centrale della finestra, mentre a sinistra si trova la cronologia dei messaggi. Una volta digitato il prompt nella casella dedicata agli input, in qualche secondo l’IA inizierà a generare la risposta. Niente di nuovo, insomma.
Volete sfruttare il chatbot per sviluppare un gioco? Nessun problema. Lo stesso vale per richieste più tecniche e creative, dalla scrittura di storie alla stesura di e-mail e paragrafi più tecnici per testi autorevoli. Interessante notare, peraltro, come all’apertura del sito HuggingChat mostri immediatamente il modello di linguaggio utilizzato e permetta l’accesso alle pagine dalle quali scaricare sia il modello stesso, sia il dataset sul quale è stato addestrato. L’interfaccia utente è infine scaricabile tramite GitHub per comprenderne il funzionamento e utilizzarlo anche in locale, previo download del LLaMa e del dataset.
A livello di qualità, però, ChatGPT risulta naturalmente lo strumento migliore: generalmente, HuggingChat condivide con l’utente output dalla qualità discreta, con difetti ancora più evidenti rispetto alla controparte firmata OpenAI, tra cui la generazione di risposte coerenti all’apparenza ma fondate su dati falsi o manipolati erroneamente dall’intelligenza artificiale, giungendo infine a conclusioni insensate e scorrette.
Da cosa è causato questo problema? Molto probabilmente dalla metodologia di addestramento adottata dagli sviluppatori, ovvero l’apprendimento rinforzato dal feedback umano. Secondo questo metodo, sono gli esseri umani a addestrare l’intelligenza artificiale tramite una serie di domande e risposte, correggendo alcuni output al fine di renderli adatti alla condivisione con un maggior numero di utenti. Per questa ragione, HuggingChat potrebbe fornire risposte fondate su pregiudizi inclusi all’interno del feedback dell’utenza.
Casi d’uso specifici
Per quanto riguarda le risposte per query più specifiche, HuggingChat offre prestazioni migliori nel coding e restituisce il codice completo senza istruzioni dettagliate, impiegando meno tempo nella loro condivisione come output. O ancora, il chatbot di Hugging Face si differenzia dalla concorrenza grazie a funzionalità avanzate sul fronte personalizzazione: ogni utente, specialmente gli adolescenti, potrà instaurare un “legame autentico” con l’intelligenza artificiale, sebbene gli sviluppatori non abbiano esattamente spiegato in che modo.
Infine, avendo impiegato molto meno tempo nello sviluppo e basandosi su molti meno parametri rispetto a ChatGPT, a prescindere dal caso d’uso è chiara la mancanza di raffinatezza rispetto al modello di linguaggio GPT. Se non altro, rimane open-source, ergo visibile e analizzabile nella sua interezza da parte di chiunque, anche coloro che non hanno molta esperienza nel settore.
In poche parole, HuggingChat è un’eccellente alternativa alla soluzione di OpenAI per chi cerca una IA gratuita, trasparente ed efficiente, “accontentandosi dell’imperfezione”. Ora che ChatGPT può usare Internet, però, qualcuno potrebbe prediligere in definitiva l’IA generativa che ha lanciato il settore verso l’iperspazio, sebbene l’estrapolazione di informazioni dal Web sia effettivamente accessibile solo pagando l’abbonamento Plus.