I lamenti della decadente Hollywood

I lamenti della decadente Hollywood

I conti della MPAA sull'impatto della pirateria multimediale e di quella fisica non convincono tutti. C'è chi ritiene che il Cinema risenta di una qualità in declino
I conti della MPAA sull'impatto della pirateria multimediale e di quella fisica non convincono tutti. C'è chi ritiene che il Cinema risenta di una qualità in declino

Roma – Buongiorno, l’associazione americana MPAA si lamenta che a causa della pirateria sia online che offline le presenze nelle sale cinematografiche siano nettamente diminuite, creando così danni ingenti (a loro dire) per tutta l’industria cinematografica. A questo aggiungono la contraffazione di DVD messi in vendita da venditori vari.

Io vorrei commentare queste lamentele: sono un collezionista di DVD (come prima dell’avvento del supporto digitale lo ero di VHS) e come tale amo il cinema. Quando è di qualità. Il problema è tutto qui. Il calo delle presenze al cinema non si può assolutamente imputare al fattore pirateria, visto che questa tendenza esiste ormai da moltissimi anni (qualcuno ricorda la campagna vola al cinema con la quale si sperava di recuperare le presenze nelle sale italiane? Ai quei tempi il fenomeno della pirateria non era così diffuso, eppure la gente si disaffezionava dagli spettacoli in sala) ma solamente al fatto che le produzioni cinematografiche oramai sono veramente scadenti, tranne qualche eccezione.

Se guardate le ultime uscite dei film americani troviamo un enorme numero di remake di vecchi film o addirittura di film recenti (vedi la serie the ring o gli horror orientali), il che indica una sterilità di idee che sicuramente non è causata dalla pirateria. Se la MPAA spera che la gente si rechi in sala solo per vedere una versione riveduta e corretta di un film già uscito magari un anno fa allora che si prepari ad una grossa delusione. Alla fine si tratta di selezione naturale, tant’è che i film di una certa qualità difficilmente fanno flop al botteghino come dimostrano i vari guerre stellari et similia. Inoltre (qui parlo del solo caso italiano) andare al cinema oggi costa una media che va dai 6,50? ai 10? (se non si vuole prendere il “kit dello spettatore”, ovvero Popcorn e Cocacola); per un’ora e mezzo di probabile divertimento mi sembra veramente esagerato. Dico probabile perchè più volte mi sono recato al cinema sfidando le scomodità (sono alto più di due metri e le poltroncine dei Cinema sono veramente minuscole per me) e gli spettatori maleducati per vedere uno spettacolo vergognoso ed indecente.

Per quanto riguarda i DVD (discorso che mi sta particolarmente a cuore, vista la mia passione per l’home video) devo purtroppo dire che i prezzi delle confezioni originali spesso sono assai elevati e come se non bastasse di un singolo titolo vengono commercializzate diverse versioni: la normale, la Special edition, la collectors edition, la directors cut e così via. Un esempio lampante è la saga di Alien della quale esistono 4 cofanetti, più un numero smisurato di versioni per ogni titolo della saga, un altro esempio più recente è la saga del Signore degli Anelli , uscita prima in normal edition a 24,90? e poi (6 mesi dopo) in Extended Edition con prezzi che variavano dai 47 ai 70? (li avessero pubblicati almeno in contemporanea…).

Il consumatore di fronte a questo bailamme di versioni con prezzi che variano dai 19,90? ad addirittura 29? se vede un venditore ambulante che offre lo stesso titolo ad un costo assai più contenuto preferisce acquistare dal venditore ambulante. Sinceramente non avendo mai acquistato copie contraffatte (per un collezionista come me è un sacrilegio) non posso confermare o meno il fatto che le copie non originali abbiano una qualità inferiore rispetto agli originali, tuttavia vorrei ricordare quello che è successo con l’uscita della prima stagione di Spazio 1999 : una confezione di 4 DVD con tanto di booklet interno con curiosità e approfondimenti; tutto molto bello se non fosse che il secondo DVD presentava imperfezioni grafiche degli episodi (Audio a scatti, blocchi dell’immagine, sgranature etc.), gli episodi del terzo DVD non si riuscivano a vedere e il quarto addirittura bloccava il lettore DVD quando veniva inserito.
Questi difetti non sono stati riscontrati solamente da me ma anche da molti altri acquirenti: il difetto era presente in tutte le copie prodotte. La società che aveva prodotto il DVD ha riconosciuto l’errore e ha proposto la sostituzione del prodotto dietro presentazione dello scontrino fiscale. Ora io non so gli altri acquirenti ma io sono arrivato a notare i problemi dopo diversi giorni dopo l’acquisto (anche perché non ho la possibilità di passare ore ed ore davanti alla TV) e lo scontrino era ovviamente stato buttato via; risultato: ho ancora la copia fallata di Spazio 1999 e nonostante sia un grande fan della serie, il cofanetto della seconda stagione non lo comprerò mai. Tutto questo solo per sottolineare che comprare il prodotto originale non vuol dire avere un prodotto di qualità.

La mia impressione è che la MPAA si stia arrampicando sugli specchi per non riconoscere la loro propria responsabilità nel calo dei guadagni dell’industria cinematografica e che punti il dito contro tutti tranne che contro se stessa e contro i film spazzatura che sempre più spesso ci vengono proposti. Anziché spendere milioni di dollari per perseguire madri di famiglia che scaricano film dalla rete investano negli sceneggiatori e nelle scuole di regia, si battano per diminuire gli ingaggi multimiliardari degli attori e elevare la qualità dei prodotti cinematografici americani; vedranno che allora troveranno un riscontro nel pubblico. E che gente che guadagna qualcosa come 100000$ all’anno (come minimo) si lamenti che perdono soldi perché fanno male il loro lavoro è come sentire il Bue che dice cornuto all’asino.

Marco Pellegrini Quarantotti

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Pubblicato il
15 mag 2006
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