I Packard e gli Hewlett contro HP

I Packard e gli Hewlett contro HP

Le due famiglie si schierano contro la fusione prevista con Compaq. Su questo fronte il boss di HP, Carly Fiorina, si gioca la carriera.
Le due famiglie si schierano contro la fusione prevista con Compaq. Su questo fronte il boss di HP, Carly Fiorina, si gioca la carriera.

Questa fusione non s’ha da fare. È la sintesi del pensiero espresso dai rappresentanti delle famiglie dei due fondatori di Hewlett-Packard relativamente al progetto di incorporazione di Compaq Computers in HP.

Nelle settimane scorse il dissenso per l’operazione da 25 miliardi di dollari era già salito alla ribalta ed ora è stato ufficializzato.

Contro la fusione voterà il più importante azionista di HP, la Packard Foundation , che porta così al 18 per cento la quota dei titoli di coloro che si dicono contrari alla fusione, e tra questi, appunto, anche membri della famiglia Hewlett.

Susan Packard Orr, che amministra la Foundation, ha spiegato che “dopo lungo studio e approfondita analisi, il Consiglio ha stabilito in linea di principio che i migliori interessi della Fondazione sarebbero perseguiti se HP non andrà avanti con l’operazione proposta“.

Walter Hewlett, erede diretto del co-fondatore dell’azienda, ha evidenziato di essersi incontrato con altri azionisti dell’azienda che hanno dimostrato “una diffusa opposizione alla transazione”. E con lui è anche David W. Packard, che ha già annunciato di essere contrario.

Lo stesso Hewlett ha confermato che presenterà alla SEC, l’autorità di controllo di Borsa negli USA, l’insieme dei voti contrari all’operazione. “Ritengo – ha spiegato – che associarsi con Compaq non offrirà a Hewlett-Packard ciò di cui ha bisogno per continuare il proprio sviluppo”.

Sulla riuscita dell’operazione ha scommesso tutto l’attuale consiglio di amministrazione di HP e in particolare il boss dell’azienda, Carleton S. Fiorina, che secondo gli analisti consultati dal New York Times, potrebbe rassegnare le dimissioni qualora l’operazione non andasse in porto.

Da parte sua, Fiorina, tramite la portavoce Rebeca Robboy, ha ammesso il forte disappunto per la presa di posizione degli eredi dei fondatori dell’azienda ma ha ribadito che l’operazione andrà avanti. “Continuiamo a ritenere – ha spiegato – che questa fusione sia l’unico modo per garantire la crescita che i nostri azionisti si aspettano e i nostri dipendenti si meritano”.

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Pubblicato il
11 dic 2001
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