IA e uso militare: l'idea di Microsoft per DALL·E e ChatGPT

IA e uso militare: l'idea di Microsoft per DALL·E e ChatGPT

Microsoft ha spiegato al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti come utilizzare l'IA di DALL·E e ChatGPT (OpenAI) in ambito militare.
IA e uso militare: l'idea di Microsoft per DALL·E e ChatGPT
Microsoft ha spiegato al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti come utilizzare l'IA di DALL·E e ChatGPT (OpenAI) in ambito militare.

Nell’autunno scorso, Microsoft ha incontrato i vertici del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per spiegare loro in che modo potrebbe essere sfruttata l’intelligenza artificiale di modelli come DALL·E e di strumenti come ChatGPT (entrambi di OpenAI) nel contesto militare. Lo ha reso noto il sito The Intercept, dopo aver visionato materiale riservato. Si tratta di una presentazione intitolata “Generative AI with DoD Data”, disponibile nella sua forma integrale su DocumentCloud.

La presentazione Generative AI with DoD Data di Microsoft per il Pentagono

L’IA di DALL·E e ChatGPT per uso militare

I rapporti tra il gruppo di Redmond e il Pentagono sono di lunga data. Ricordiamo, tra le altre iniziative messe in campo, quella relativa all’impiego del visore HoloLens da parte dell’esercito USA. C’è poi il controverso progetto JEDI per l’allestimento di un’infrastruttura cloud, prima assegnato all’azienda e poi cancellato.

Ad oggi, ogni prompt sottoposto a Copilot Designer (ex Bing Image Creator, basato proprio sul modello DALL·E 3) e contenente un qualsiasi riferimento all’ambito militare o allo scenario bellico, è bloccato. Lo screenshot mostra l’avviso che compare dopo aver inviato all’intelligenza artificiale la richiesta per la creazione di un’immagine che rappresenti L’esercito USA in guerra.

Il messaggio mostrato da Copilot Designer dopo il blocco di un prompt

Nel mese di gennaio, OpenAI ha aggiornato la policy di ChatGPT per consentirne l’utilizzo in un contesto di guerra. La decisione non è passata inosservata, tanto da portare all’organizzazione di una protesta davanti alla sede del gruppo.

L’intelligenza artificiale nelle mani dell’esercito

Per quali attività, il Dipartimento della Difesa statunitense potrebbe beneficiare di DALL·E e di ChatGPT? Lo si legge nella presentazione trapelata: analisi dei documenti e manutenzione su tutte.

È presente in un archivio contenente il materiale mostrato, nell’ottobre scorso, in occasione del seminario IA Literacy ospitato a Los Angeles dalla U.S. Space Force. Lo ha reso accessibile pubblicamente il sito di Alethia Labs, una realtà non profit che si occupa di aiutare il governo federale nella sottoscrizione dei contratti relativi alla tecnologia. A scoprirlo è stato Jack Poulson, giornalista di The Intercept.

Un punto del documento si riferisce ad Advanced Computer Vision Training e recita Sistemi di gestione della battaglia: utilizzo dei modelli DALL·E per creare immagini per addestrare i sistemi di gestione della battaglia. Il riferimento è ai software attraverso i quali i leader militari possono controllare lo scenario bellico e coordinare azioni come l’identificazione degli obiettivi o il lancio degli attacchi aerei o di terra, il movimento delle truppe e così via. Torna quasi inevitabilmente alla mente Lavender, impiegato da Israele nei recenti scontri con Hamas.

Microsoft conferma di aver incontrato i vertici del Pentagono per presentare loro i potenziali casi d’uso dell’IA in un contesto di guerra, sottolineando però come, al momento, non siano state messe in campo iniziative di questo tipo. OpenAI dichiara invece di non aver partecipato all’incontro.

A inizio 2023, il gruppo di Redmond ha investito 10 miliardi di dollari nell’organizzazione guidata da Sam Altman.

Fonte: The Intercept
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
11 apr 2024
Link copiato negli appunti