IBM apre Power a tutti

IBM apre Power a tutti

Big Blue e partner annunciano una nuova iniziativa volta a favorire la diffusione dell'architettura RISC nei datacenter del cloud computing. Mutuando l'esperienza ARM per insidiare il predominio x86
Big Blue e partner annunciano una nuova iniziativa volta a favorire la diffusione dell'architettura RISC nei datacenter del cloud computing. Mutuando l'esperienza ARM per insidiare il predominio x86

IBM stringe una partnership con Google e NVIDIA per lanciare OpenPOWER Consortium , una joint-venture fra i tre succitati colossi che ha l’obiettivo di promuovere l’adozione della architettura di processore Power – creata da IBM negli anni ’80 su set di istruzioni RISC – in ambito di data center e servizi “cloud”.

il logo power di ibm Il consorzio OpenPOWER si incaricherà di dare in licenza le proprietà intellettuali connesse all’architettura Power come firmware, hypervisor e sistemi operativi, permettendo ai soggetti interessati di costruirsi il proprio hardware su design personalizzato. La cessione in licenza delle proprietà intellettuali Power verrà avviata in concomitanza con la finalizzazione del microprocessore POWER8. Alla partita OpenPOWER partecipano tra l’altro anche Mellanox (azienda specializzata in tecnologia Ethernet) e Tyan (produttore di schede madri).

Nell’annunciare la joint-venture, IBM e sodali sottolineano come il consorzio porterà “maggiore scelta, controllo e flessibilità” nello sviluppo di data center di nuova generazione di classe hyperscale e per servizi cloud. Augurabilmente, la cessione in licenza delle proprietà intellettuali POWER faciliterà l’espansione di un ecosistema che ha finora riguardato quasi esclusivamente il business e gli interessi di Big Blue.

La cessione in licenza delle tecnologie Power viene paragonata al modello di business sin qui adottato da ARM, anche se in questo caso non si parla solo di firmware ma dell’intero design di processore fornito ai soggetti terzi per personalizzarne funzioni e specifiche. Un modello quello di ARM che, negli ultimi anni, ha riscosso moltissimo successo e ha fatto fortuna grazie all’esplosione del mobile.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 7 ago 2013
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