IBM contro l'emulatore erculeo

IBM contro l'emulatore erculeo

Big Blue sventola brevetti sotto il naso di una piccola azienda francese che si occupa di mainframe. La comunità open source insorge: quel software non viola nulla. La polemica si accende
Big Blue sventola brevetti sotto il naso di una piccola azienda francese che si occupa di mainframe. La comunità open source insorge: quel software non viola nulla. La polemica si accende

IBM e mainframe sono quasi sinonimi nell’immaginario collettivo, e a quanto pare il predominio del mercato da parte della multinazionale americana non è visto di buon occhio se sulle due sponde dell’Atlantico si accumulano le richieste di intervento antitrust. L’ultima compagnia in ordine di tempo ad indossare i panni di Davide contro Golia è la francese TurboHercules , fondata nel Settembre 2009 attorno all’emulatore open source di mainframe IBM chiamato appunto “Hercules”.

La lamentela avanzata presso l’antitrust UE da Roger Bowler, creatore di Hercules e cofondatore dell’azienda, ruota tutta attorno ai termini della licenza d’uso di z/OS , la quale lega indissolubilmente il sistema operativo all’hardware su cui gira. Insomma un vendor lock-in analogo al binomio OSX/Mac in casa Apple e in apparenza nulla di nuovo rispetto alle rimostranze precedenti di altri concorrenti . Dal canto suo Bowler chiede di ammorbidire i vincoli legali imposti da Big Blue, permettendogli di servire i clienti impossibilitati ad effettuare costosi upgrade o ad allargare il parco macchine. Una convivenza, a suo dire, pacifica e possibile.

Lo scambio epistolare privato tra i due soggetti coinvolti ha segnato però un punto di non ritorno quando Mark Anzani, CTO di System Z , ha allegato alle sue considerazioni un elenco di un centinaio di brevetti . Si tratta di proprietà intellettuali di cui la corporation d’oltreoceano teme la violazione per mezzo dell’emulatore in questione.

Una volta resa pubblica quest’ultima lettera l’escalation è stata pressoché inarrestabile. Questo perché due di quei brevetti fanno parte di quei 500 che la stessa IBM liberò nel 2005 a beneficio del mondo open-source . Uno dei primi a saltare sulla barricata è stato l’attivista Florian Mueller, lobbysta per gli interessi del software libero presso l’Unione Europea, tra i più decisi scettici all’epoca di fronte al gesto: il suo timore è che la genericità dei contenuti indicati possa arrivare a colpire aree più vaste dell’universo FLOSS come la virtualizzazione e l’ emulazione .

Il Wall Street Journal ha citato un portavoce IBM intento a chiarire: “(…) abbiamo detto che l’impegno valeva per individui o aziende open-source qualificate. Abbiamo seri dubbi che TurboHercules sia qualificata. TurboHercules è membro di organizzazioni fondate e finanziate per attaccare il mainframe da concorrenti di IBM come Microsoft”. Thomas Vinje , fondatore dell’ECIS (European Committee for Interoperable Systems) di cui IBM è membro, aggiunge benzina sul fuoco insinuando che Mueller sia una pedina di Microsoft e che ne sia già stato alleato occulto nel caso Oracle-Sun.

E dire che, prima di questa guerra di tutti contro tutti, Hercules non aveva mai avuto problemi di questo genere. Anzi sembrava godere di una certa stima presso l’azienda statunitense, finché quest’ultima non ha rilasciato lo zPDT in diretto conflitto con l’emulatore francese: da lì in poi le strade si sono separate, almeno fino ad oggi.

Fabrizio Bartoloni

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Pubblicato il
7 apr 2010
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