Il gran rifiuto di Microsoft

Il gran rifiuto di Microsoft

Al processo l'azienda non intende concedere nulla ai nove stati che la perseguono, neppure la più leggera delle sanzioni previste. Il giudice ora è da solo
Al processo l'azienda non intende concedere nulla ai nove stati che la perseguono, neppure la più leggera delle sanzioni previste. Il giudice ora è da solo


Roma – Una Microsoft che non ci sta e non intende offrire nulla a quei nove stati americani che sperano di riuscire ad ottenere, in conclusione del processo antitrust contro l’azienda, sanzioni esemplari.

Il giudice Colleen Kollar-Kotelly, che nei giorni scorsi aveva affermato che i procuratori degli stati avevano il diritto di perseguire Microsoft e di chiedere un inasprimento delle sanzioni, ha chiesto a Microsoft se intendesse accettare una qualche forma di compromesso con i nove stati e se fosse disponibile ad accettare “anche la più leggera” delle sanzioni da questi proposte. I legali dell’azienda di Bill Gates hanno risposto di non averne alcuna intenzione in quanto si tratta di sanzioni “sostanzialmente sbagliate” e dunque inaccettabili per l’azienda.

Come noto, Microsoft ha già raggiunto un accordo con una parte dell’accusa, compreso il ministero della Giustizia, ma in questa fase del procedimento ha avuto contro i procuratori di nove stati secondo cui quell’accordo non impedirebbe all’azienda di continuare ad utilizzare quelle tattiche monopolistiche per le quali è stata condannata.

Ora il giudice che presiede il caso dovrà esaminare tutto quello che è emerso in questi mesi, comprese le migliaia di pagine di memorie, le testimonianze e le prove che le parti hanno introdotto. Per farlo compiutamente avrà bisogno di tempo e gli osservatori di Washington ritengono che una decisione definitiva sulle sanzioni per Microsoft, sull’accordo tra Microsoft e il Ministero e alcuni stati, sulle richieste degli altri stati, potrebbe arrivare solo alla fine dell’anno.

Come noto, le sanzioni che Microsoft ritiene inaccettabili includono lo sviluppo di un Windows privato di funzionalità middleware, la consegna ai rivali dell’azienda delle informazioni necessarie a produrre software capace di integrarsi al meglio dentro Windows nonché la concessione del codice sorgente del browser Internet Explorer, punta di diamante dell’azienda sul mercato internet.

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Pubblicato il
21 giu 2002
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