Il Massachussets è l'antiGates

Il Massachussets è l'antiGates

Da sole, le autorità dello stato hanno deciso di proseguire la battaglia legale contro Microsoft, sostenendo che nulla impedirà all'azienda di abusare della sua posizione sul mercato. E nella UE non si risolve un fastidioso scandalicchio
Da sole, le autorità dello stato hanno deciso di proseguire la battaglia legale contro Microsoft, sostenendo che nulla impedirà all'azienda di abusare della sua posizione sul mercato. E nella UE non si risolve un fastidioso scandalicchio


Boston (USA) – Con un cipiglio che ha notato tutta la stampa, il procuratore generale del Massachussets ha annunciato nelle scorse ore che il suo Stato non si ferma nella battaglia antitrust contro Microsoft. Tom Reilly ha infatti spiegato: “Siamo pronti a proseguire da soli. Nella sentenza non c’è nulla che trasformi in modo sostanziale le attività di Microsoft”.

Reilly si riferisce naturalmente alla decisione del giudice Collar-Kotelly che sembrava aver posto la parola fine, da un alto alla lunga contrapposizione legale tra Microsoft e il Dipartimento della Giustizia e dall’altro tra l’azienda e quegli stati federali che chiedevano sanzioni più pesanti. Insieme al Massachussets sta valutando di proseguire la battaglia anche il West Virginia, sebbene il suo procuratore generale abbia già fatto notare come i soldi per finanziare una nuova offensiva giudiziaria non ci sono.

Dagli altri stati, intanto, i commenti che arrivano sulla stampa americana indicano che sebbene fondamentalmente poco soddisfatti da una sentenza che non punisce severamente Microsoft, i procuratori intendono ora focalizzarsi sull’applicazione da parte dell’azienda di quei comportamenti imposti dal giudice e oggetto della sentenza. Secondo Reilly, invece, ci sono principi che non possono essere lasciati per strada. “L’accordo finale – ha affermato – ha ignorato i vantaggi acquisiti abusivamente da Microsoft, non ha fatto nulla per salvaguardare la concorrenza nelle nuove tecnologie ed era pieno di buchi ed eccezioni”.

Da Redmond, dove si trova il quartier generale Microsoft, per il momento è giunto un solo laconico commento, secondo cui l’azienda è ora focalizzata nell’eseguire in ogni sua parte quanto richiesto dal giudice.

Tutto questo avviene mentre nell’Unione Europea si sta alzando una certa polvere attorno ad un piccolo ma forse significativo evento, che alcuni considerano un vero e proprio scandalo. Dopo aver chiesto un’aspettativa di tre anni, il funzionario della Commissione Detlef Eckert, a cui viene attribuito un ruolo importante nel caso antitrust che la Commissione ha aperto nei confronti di Microsoft, si è dimesso per andare a lavorare proprio con Microsoft. Molti temono che Eckert possa confidare informazioni che l’azienda non dovrebbe sapere anche sui suoi rivali sul mercato. Dalla Commissione sono giunte prima rassicurazioni (“Eckert ha firmato una dichiarazione di riservatezza”) e poi assicurazioni secondo cui una piccola indagine avrebbe confermato (?) che non vi sono rischi nelle consulenze che Eckert fornirà a Microsoft.

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Pubblicato il
2 dic 2002
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