Il MIT completa il misura-noia

Il MIT completa il misura-noia

L'annunciato dispositivo capace di identificare noia o insofferenza durante una conversazione servirà ad aiutare gli individui affetti da autismo. E magari a migliorare i rapporti sociali di tutti
L'annunciato dispositivo capace di identificare noia o insofferenza durante una conversazione servirà ad aiutare gli individui affetti da autismo. E magari a migliorare i rapporti sociali di tutti

Gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology hanno fornito maggiori dettagli su un apparecchio annunciato un anno fa e che è in grado di misurare la noia , il dissenso o l’insofferenza durante una conversazione. Lo scopo iniziale del progetto era fornire un ausilio ai rapporti sociali degli individui affetti da autismo, ma i ricercatori non escludono future applicazioni per un pubblico più vasto .

Il dispositivo si compone di una telecamera , tanto piccola da poter essere inserita in un paio di comuni occhiali da vista senza farsi notare troppo, collegata ad un palmare. L’immagine registrata viene elaborata da un apposito software, in grado di riconoscere l’espressione del viso dell’interlocutore. A questo punto l’apparecchio informa chi lo indossa delle proprie conclusioni con una voce sintetica .

I pazienti autistici o con la sindrome di Asperger potrebbero trarre particolare beneficio da questo progetto: per loro è infatti complicato mantenere un contatto visivo, di conseguenza incontrano molte difficoltà nello stabilire l’eventuale noia sopraggiunta nell’interlocutore o la sua difficoltà nel seguire il ragionamento . “È triste – ha detto Rana El Kaliouby a New Scientist – perché le persone tendono ad evitare di avere altre conversazioni con loro”.

Il dispositivo, chiamato ESP (Emotional-Social Prostheses), nasce dal lavoro di Rana presso l’università di Cambridge , in seguito approdata al Media Lab del MIT dove collabora con Rosalind Picard. La scienziata aveva già realizzato nel 2004 un software capace di identificare con successo le espressioni di assenso, dissenso, interesse o disinteresse. I precedenti studi avevano permesso di riconoscere unicamente le emozioni fondamentali, quali felicità o rabbia.

Tuttavia le espressioni più ricorrenti in una conversazione sono proprio quelle che contraddistinguono la noia o il dissenso: sono molto più complesse da identificare poiché implicano una serie di movimenti di occhi naso e bocca, invece di un singolo gesto come un sorriso.

Per insegnare all’apparecchio come distinguere una faccia interessata da una ormai stufa, il team di Rana ha sottoposto al computer oltre 100 filmati da otto secondi circa ognuno. Il software registra i movimenti delle varie parti del viso, oltre a scuotimenti della testa e cenni col capo, per associarli all’emozione specificata . Grazie a questo database di informazioni, il dispositivo è ora in grado di indovinare fino al 85% delle espressioni di un attore professionista e fino al 64% di quelle di un comune individuo.

Il dispositivo è stato testato con successo grazie alla collaborazione di giovani volontari, molti dei quali affetti da forme anche gravi di autismo. Al momento gli scienziati stanno tentando di allargare le possibilità del software per includere video provenienti da film o webcam , ma sono allo studio anche soluzioni destinate a chiunque voglia evitare di annoiare a morte la controparte durante una cena di lavoro o al primo appuntamento.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
11 giu 2007
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