Il P2P via Gmail travolto dall'entusiasmo

Il P2P via Gmail travolto dall'entusiasmo

G2G SHARE sfrutta il servizio email di Google per favorire lo scambio di file musicali. Dopo l'annuncio il sito non ha retto la marea montante di utenti interessati. Gli sviluppatori ne parlano a Punto Informatico. Google? Osserva
G2G SHARE sfrutta il servizio email di Google per favorire lo scambio di file musicali. Dopo l'annuncio il sito non ha retto la marea montante di utenti interessati. Gli sviluppatori ne parlano a Punto Informatico. Google? Osserva


Roma – Le minacce, le sanzioni e le denunce non bastano a frenare moltissimi utenti Internet dall’utilizzare sistemi di scambio file né evidentemente a correre in massa verso nuovi servizi che promettono maggiore facilità d’uso e un qualche grado di protezione dagli strali dell’industria dei contenuti. Questo almeno è quanto avvenuto nell’ultima settimana a G2G SHARE , nuovo sistema di sharing messo a punto da uno sviluppatore olandese, il 17enne Robbie Groenewoudt, ricorrendo ad uno dei più celebri servizi offerti da Google .

Il programma sfrutta infatti l’enorme quantità di spazio (da 2 giga in su) messo a disposizione dalla posta elettronica di Google per consentire il download di file , compresi quelli che contengono musica, o video.

Il funzionamento di G2G SHARE è abbastanza semplice. Per accedere al servizio basta registrarsi sul sito dedicato fornendo un indirizzo Gmail valido. Una volta eseguito l’accesso, nei fatti si pongono in condivisione i file che si desidera e che sono disponibili nel proprio account Gmail. A quei file possono accedere anche gli altri utenti G2G SHARE, attraverso il sistema cifrato messo a punto da Groenewoudt che mantiene riservati i dati di accesso ponendosi come una sorta di “gateway sicuro” verso i file depositati dagli utenti nei vari account. Sebbene lo sviluppatore “garantisca” sulla blindatura del suo sistema e dunque sulla protezione delle password degli account, consiglia l’utilizzo di un account dedicato al solo sharing.

Rendere disponibili i file sul proprio account è evidentemente piuttosto semplice: il metodo principale è quello più ovvio, cioè comporre un nuovo messaggio di posta al quale allegare i file che si intende condividere. File che possono raggiungere i 20 megabyte (limite massimo degli allegati in Gmail). Per bypassare la limitazione nelle dimensioni del file, lo stesso Groenewoudt suggerisce l’uso di software di compressione e di backup con i quali ridurre i file oppure suddividerli in più “tranche”.

Nei giorni scorsi il servizio di Groenewoudt è stato spesso inaccessibile, letteralmente preso d’assalto dagli utenti internet di mezzo mondo. Un messaggio avvertiva che l’accesso era negato per raggiungimento della banda massima utilizzabile. “Abbiamo fatto degli interventi per migliorare la banda ? spiega Groenewoudt a Punto Informatico – visto l’inatteso entusiasmo con cui il servizio è stato accolto dal popolo del Web. Mettere in piedi e mantenere un servizio di questo tipo ? commenta ? è molto oneroso. Di certo, se continuerò a registrare 3.500 visitatori unici come accaduto in questa prima settimana di vita, sarò più che soddisfatto”.

Tuttavia negli ultimi due giorni il programma è finito “fuori uso” e un nuovo messaggio invitava a ritentare l’accesso. Non è escluso che a scoraggiarne l’utilizzo sia intervenuto, fanno sapere dal sito, un sistema di protezione messo a punto da Google : è facile immaginare che il motore di ricerca statunitense possa non essere entusiasta di vedere il proprio servizio di Webmail sfruttato per il peer to peer. Ma non si tratta di abuso, sostiene lo stesso inventore del G2G exchange. “La policy di GMail ? sottolinea a PI ? non proibisce in alcun modo lo scambio di file in modalità peer to peer, per cui escludo che vi sia stato un loro intervento, né in questi giorni ho ricevuto da loro proteste o richieste di disattivazione del servizio. Ciò non toglie però ? aggiunge ? che le cose possano cambiare in futuro”.

Intanto lo sviluppatore ha pubblicato un blog in cui spiega i problemi di questi giorni. “E’ un diario online ? racconta a Punto Informatico ? che serve a mantenere i contatti con gli utenti che hanno registrato problemi negli ultimi giorni. Avevo messo in conto qualche difficoltà in fase di test, ora le cose dovrebbero andar meglio”.

Il grande punto di domanda in un sistema del genere, evidentemente, è legato alla sua dipendenza da un servizio di posta elettronica di una corporation che potrebbe in qualsiasi momento decidere di adottare contromisure capaci probabilmente di fermare G2G SHARE. Nello stesso tempo è un servizio che, come già Peer2Mail , indica nell’email un metodo per aggirare i problemi legali che fin qui hanno ostacolato lo sviluppo dei sistemi di sharing: la corrispondenza privata, anche quella elettronica, è infatti inviolabile . Come andrà? Difficile dirlo, viste le incognite in campo, a partire dall’atteggiamento di Google. Di certo non sembra per ora andar male dal punto di vista dei promotori di G2G, che sulla home page annunciano, mentre scriviamo: “We have currently 1831 users sharing 59.26 GB in 79558 files” .

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Pubblicato il
6 dic 2005
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