In autunno nascono gli iPad Mini

In autunno nascono gli iPad Mini

Apple distribuisce inviti per una conferenza stampa il prossimo 23 ottobre. E pare scontata la presentazione di un nuovo tablet. Ma anche per i mac potrebbero esserci novità
Apple distribuisce inviti per una conferenza stampa il prossimo 23 ottobre. E pare scontata la presentazione di un nuovo tablet. Ma anche per i mac potrebbero esserci novità

L’invito parla chiaro : “Wève got a little more to show you”, abbiamo ancora qualcosina da mostrarvi. La data fissata è il 23 ottobre, nella mattina statunitense. Il gioco di parole in inglese con la parola “little” (piccolo) lascia intendere che si tratti del tanto chiacchierato iPad Mini : Apple non è nuova a questi rebus nel suo modo di comunicare col pubblico e la stampa, e ci sono anche molti altri indizi e fattori che fanno propendere che questa volta, davvero, un tablet da 7 pollici sia in dirittura d’arrivo per Cupertino.

Sopra ogni altro, spicca la presentazione nella giornata di ieri di un nuovo schermo Sharp ad alta efficienza : la diagonale è proprio da 7 pollici, promette di garantire notevoli risparmi energetici (addirittura il raddoppio dell’autonomia) e fa del ridotto spessore e dell’ampiezza ridotta dei bordi un punto di forza. Sharp ha già piazzato questa nuova tecnologia IGZO in un proprio tablet per il mercato giapponese, e molti osservatori concordano che le probabilità che la luminosità, la dimensione ridotta dei pixel e l’efficienza del dispositivo nipponico attirino l’interesse di Apple è piuttosto alta. Non si tratta comunque di un display analogo al Retina che monta il nuovo iPad: la risoluzione è di 1280×800, quanto basta comunque per un film in HD (720p).

Soprattutto un ridotto spessore dei bordi sarebbe un indizio sostanziale per far affermare che questo sarà lo schermo dell’iPad Mini (o comunque Apple decida di chiamarlo) che sarà presentato martedì prossimo: il design che pare Jony Ive e soci hanno adottato per il loro 7 pollici dovrebbe avere un profilo ridotto ai lati. Il fatto poi che non venga mantenuto lo stesso rapporto tra altezza e larghezza (4:3) dell’iPad già in commercio, ma che la risoluzione sia comunque “compatibile” con quel form factor, dovrebbe garantire rispetto alla compatibilità delle applicazioni esistenti (come già successo nel passaggio da iPhone 4S a iPhone 5).

In circolazione ci sono, ancora, foto della presunta batteria del nuovo prodotto: di dimensioni generose, potrebbe garantire un’ottima autonomia anche se fino a questo punto non è neppure chiaro se il nuovo iPad Mini avrà a bordo un modulo 3G/4G LTE o se sarà solo WiFi. Le SKU venute fuori in questi giorni dai listini di mezzo mondo portano in dote un gran numero di nuove unità: molto probabilmente il nuovo iPad lanciato pochi mesi fa potrebbe essere aggiornato al connettore Lighting, con buona pace di quanti hanno appena effettuato qualche acquisto di recente. I prezzi sembrerebbero poi una discreta sorpresa: nei listini MediaMarkt (che in Italia si chiama Mediaworld) si parte da 249 euro per un modello WiFi 8GB e, ammesso che la versione più carrozzata sia una 64GB LTE, si arriva a 649. Bianco o nero (qualcuno parla di colori simili all’iPod Touch, ma pare un’ipotesi piuttosto remota), avrebbe un prezzo superiore alla concorrenza (Kindle Fire HD in testa) ma comunque piuttosto contenuto almeno nella fascia bassa rispetto al fratello maggiore da 10 pollici. Sempre, si intende, che questi prezzi siano confermati.

Meno consistenti ma altrettanto insistenti sono le voci che vogliono altre novità in mostra sul palco assieme all’iPad Mini. iMac, MacBook Pro e Mac Mini si preparerebbero tutti a una infornata di novità. Nuovi iMac da 21 e 27 pollici con i nuovi processori Intel e magari un design più sottile, trattamento simile per il Mac Mini (a cui manca Ivy Bridge e USB 3.0), e infine un MacBook Pro da 13 pollici con display Retina .

Soprattutto quest’ultimo risulta al momento un assente ingiustificato nell’offerta dei notebook di Cupertino: in realtà ci sarebbe una buona spiegazione per questo “ritardo” rispetto al modello da 15 pollici di diagonale, visto che il numero di pixel aggiuntivi che un PC deve gestire in presenza del nuovo schermo aumenta drasticamente e obbliga l’adozione di una GPU discreta con tutto ciò che questo comporta sotto il profilo energetico, di spazio sulla motherboard e calore prodotto. Serve spazio e una buona ingegnerizzazione del prodotto per tirare fuori un MacBook Pro 13 pollici con display Retina e prestazioni adeguate, e il tempo trascorso dal debutto del 15 pollici è servito a portare a termine il compito: motivo per il quale c’è poi più di qualche dubbio sulla possibilità che lo stesso trattamento sia riservato, per il momento, anche al MacBook Air.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
18 ott 2012
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