Intel e lo spot TV su misura

Intel e lo spot TV su misura

Un sensore integrato nel decoder o set-top-box della TV a pagamento. Per aumentare il valore degli spazi pubblicitari. Dubbi sulla privacy
Un sensore integrato nel decoder o set-top-box della TV a pagamento. Per aumentare il valore degli spazi pubblicitari. Dubbi sulla privacy

La pubblicità del futuro potrebbe essere realizzata su misura. A cavalcare quest’onda è Intel , che sta per lanciare sul mercato un set-top box in grado di “riconoscere” lo spettatore.
Come riferisce Reuters , il device non identificherà la persona specifica ma si limiterà a fornire – tramite il rilevamento dei tratti somatici e del soggetto – indicazioni generali sull’età e sul sesso degli spettatori che in quel momento sono davanti al televisore, facendo sì che l’emittente possa mandare in onda pubblicità ad hoc per quel target.

L’idea non è affatto nuova: già nel 2008 Comcast aveva lanciato la sperimentazione di una cam integrata nei ricevitori della TV via cavo, registrando e riconoscendo gli spettatori, studiandone abitudini di consumo televisivo e raccogliendo dati sulle preferenze e sul tempo di permanenza di ognuno davanti al piccolo schermo.

Il progetto di Intel affronta una delle questioni più importanti che costituiscono un vero grattacapo per il settore TV: la troppa genericità dei dati sull’audience rilevati con metodo tradizionale. Nielsen è oggi il principale rilevatore dei dati di ascolto televisivo: negli ultimi tempi, però, l’affidabilità dei suoi dati è stata oggetto di polemiche da parte di alcune emittenti, per le quali il metodo di rilevamento (basato su un panel di 50mila famiglie) è ormai sorpassato per l’era digitale.

Intel starebbe trattando la sperimentazione del servizio con le principali emittenti via cavo statunitensi, a partire da fine anno: in teoria la messa in onda degli spot mirati per età e sesso dovrebbe contribuire ad aumentare il valore degli spazi pubblicitari, consentendo alle aziende coinvolte di rivolgersi direttamente e con maggiore puntualità alle fasce di mercato desiderate.

Come per altri servizi analoghi non si sa se e quanto effettivamente gli utenti gradiranno una potenziale intrusione nella loro privacy: su questo campo – è da credere – si giocherà la partita decisiva, anche sul piano regolatorio.

Cristiano Vaccarella

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
11 giu 2012
Link copiato negli appunti