Bruxelles – In una lettera inviata al presidente del Consiglio Europeo, il presidente dei garanti comunitari della privacy, Stefano Rodotà, ha ancora una volta espresso preoccupazione per le tentazioni in molti paesi di rendere più facile l’intercettazione delle comunicazioni telefoniche ed elettroniche dei cittadini europei.
Rodotà ha nuovamente posto l’accento sulle modalità di conservazione dei dati relativi alle comunicazioni, parlando di “conservazione indiscriminata dei dati di traffico”. Come ha sempre affermato, la preoccupazione del Garante italiano è che non siano previste misure di distruzione dei dati entro tempi brevi e certi dalla registrazione.
“La conservazione sistematica, a titolo preventivo, di dati sul traffico relativi alle comunicazioni fatte da cittadini dell’Unione Europea, e di altri dati connessi – ha scritto Rodotà nella lettera – configurerebbe una lesione dei diritti fondamentali alla privacy , alla protezione dei dati, alla libertà di espressione, alla libertà ed alla presunzione di innocenza”.
Nella sua lettera, Rodotà mette in chiaro come sia necessario non cedere, anzi opporsi, alle pressioni di alcuni paesi che vorrebbero ampliare il raggio d’azione delle forze di polizia, inserendo modalità di intervento che possono rappresentare una violazione dei diritti alla riservatezza. Si tratta di modalità che secondo Rodotà “non sono accettabili”.
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troppi OS
Negli anni ottanta c'erano tre societa': Apple, Atari, e Amiga (commodore), producevano computer utilizzavano lo stesso processore ma avevano sistemi operativi diversi, tutti ottimi e enormemente superiori al DOS, sappiamo tutti come e' andata a finire.Se si fossero unite per produrre un unico sistema operativo comune le cose sarebbero state enormemente dverse.Ora si parla di Linux, OS Risc, BeOS per portare le consolle di gioco e economici computer ai paesi piu' poveri del mondo, mi sembra di intravedere la stessa situazione.AnonimoRe: troppi OS
> Negli anni ottanta c'erano tre societa':> Apple, Atari, e Amiga (commodore),> producevano computer utilizzavano lo stesso> processore ma avevano sistemi operativi> diversi, tutti ottimi e enormemente> superiori al DOS, sappiamo tutti come e'> andata a finire.bè, anche Risc OS è di quel periodo, era stato creato per l'Archimedes della Acorn, una macchina parecchio rivoluzionaria per quel periodo, peccato che non abbia avuto una grande diffusione...AnonimoRe: troppi OS
> bè, anche Risc OS è di quel periodo, era> stato creato per l'Archimedes della Acorn,http://productsdb.riscos.com/admin/riscos.htmun po' di info su RiscOS (la prima verione si chiamava Arthur)http://www.old-computers.com/museum/computer.asp?c=75info su Archimedes> una macchina parecchio rivoluzionaria per> quel periodo, peccato che non abbia avuto> una grande diffusione...quasto come macchina, mentre il suo processore (l'ARM) è invece diffusissimo, per merito del suo bassissimo consumo, ed ancora in produzione.Anonimoaltro che pc!
Prima di portare un PC nei paesi poveri sarebbe meglio portare zappe, aratri, sementi scavare pozzi e insegnare loro a coltivare.Se uno non ha da mangiare qualcuno mi spieghi che cosa se ne fa di un computer!mi immagino la scena: "tieni: oggi invece di 2 Kg di riso ti do 2 kG di plastica: però ci puoi navigare in internet (poi come, coi piccioni viaggiatori?) giocare a solitario e scrivere dei testi.... buon divertimento!"ma per favore!!!serve solo a far vedere quanta potenza ha il "mondo ricco".AnonimoRe: altro che pc!
- Scritto da: hammer> Prima di portare un PC nei paesi poveri> sarebbe meglio portare zappe, aratri,> sementi scavare pozzi e insegnare loro a> coltivare.Giustissimo, ma accanto ai più elementari supporti "tradizionali" non sarebbe una cattiva idea fornire un minimo di tecnologia avanzata.Un singolo computer "comunitario" per ogni villaggio, magari alimentato da un kit fotovoltaico e connesso a Internet via satellite (cominciano ad apparire sul mercato dei kit di connessione economici non solo per ricevere ma anche per fare l'uplink) potrebbe consentire agli abitanti e agli amministratori locali l'accesso a una quantità infinita di informazioni utili (in campo medico, agrario, educativo etc.) nonchè il collegamento tra strutture mediche e amministrative locali e "centrali", ad esempio.Certo un kit di questo genere costerebbe in proporzione più di una manciata di computer tecnologicamente "passati di cottura", ma i costi sarebbero comunque ridotti in termini assoluti, e ampiamente ripagati dai servizi resi.Se ogni comunità (comune, parrocchia, azienda, associazione) si impegnasse a sostenere UN singolo villaggio, in una sorta di gemellaggio nord-sud del mondo, credo che in poco tempo sarebbe possibile coprire buona parte del territorio africano.Anonimo...e tutti i pc che per noi sono vecchi?
non ci dimentichiamo che per quanto riguarda aggiornamenti vari hw e sw dei nostri pc , non ci facciamo mancare niente. Ci sono quindi nei magazzini dei negozi dei pc come pentium 1 che per noi sono ormai troppo vecchi e invece per i paesi africani andrebbero benissimo per cominciare ad alfabetizzarsi con la cultura informatica e con internet. In sostanza noi paesi ricchi potremmo (sul serio però) sforzarci e spedire in es.africa tanti di questi pc che languono inutilmente nelle nostre cantine (e che come rifiuti spesso non sappiamo come smaltire), non vi pare ?!AnonimoRe: ...e tutti i pc che per noi sono vecchi?
Così invece di smaltirli li buttiamo nei paesi del terzo mondo.Il terzo mondo, la pattumiera dei paesi sviluppati.Mah!AnonimoGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 17 lug 2001Ti potrebbe interessare