Il 2029 è il nuovo traguardo vaticinato da Ray Kurzweil : sarà l’anno in cui l’intelligenza artificiale raggiungerà il livello di quella umana, sarà l’anno in cui uomini e macchine si fonderanno per dare vita a uomini efficienti quanto le macchine, a macchine umane quanto le persone.
Nominato dalla U.S. National Academy of Engineering come uno dei 18 visionari incaricati di prevedere le sfide tecnologiche del prossimo secolo , Kurzweil, futurologo e pioniere nell’ambito della scansione ottica e dei sistemi di sintesi audio , ha parlato di postumanesimo e di umanità aumentata, è tornato a configurare il prossimo futuro come un mondo in cui la vita umana e la vita digitale saranno sempre più compenetrate, a favore dell’uomo.
Il tutto, ha spiegato Kurzweil, si dovrà alla legge del ritorno accelerato : la tecnologia, una volta plasmata con l’Information Technology, avanza in maniera esponenziale. Sarà così che nei prossimi 50 anni l’umanità assisterà ad un progresso 32 volte maggiore rispetto a quello compiuto nel mezzo secolo scorso.
Biologia e IT si fonderanno in computer tridimensionali, molecolari, si opererà il reverse engineering del cervello: questi saranno software e hardware che permetteranno a mente e macchina di comunicare e di integrarsi nell’uomo dei prossimi decenni. L’intelligenza artificiale, più evoluta ed efficiente di quella umana, prevede da anni Kurzweil, sarà parte integrante della vita quotidiana, sarà in grado di sublimare le potenzialità della persona.
Non sarà un passaggio traumatico per il genere umano, sarà semplicemente la coerente evoluzione di quel che sta avvenendo: “La nostra civiltà è già fatta di convivenza tra l’uomo la macchina; usiamo la tecnologia per ampliare i nostri orizzonti fisici e mentali e quello che avverrà nei prossimi decenni non sarà che la naturale evoluzione di tutto ciò”.
Uomini e macchine conviveranno pacificamente, il corpo e il cervello umano saranno potenziati da nano-robot integrati in esso, salute e longevità saranno a portata di mano. “Non sarà un’invasione aliena di macchine intelligenti che scalzeranno l’uomo dalla propria posizione”, nessuna distopica autopoiesi delle macchine né competizione tra ecosistemi biologici e ecosistemi elettronici: le macchine saranno un supporto per l’uomo, i nanobot “ci renderanno più intelligenti, ci renderanno capaci di ricordare di più e meglio, ci proietteranno automaticamente in ambienti di realtà virtuale attraverso il sistema nervoso”. Non resta che attendere il 2029 .
Gaia Bottà