La Googlecar consuma meno ed è ecologica

La Googlecar consuma meno ed è ecologica

Presentati i prototipi di automobili a basso impatto ambientale: non solo dispongono di motorizzazioni ibride, ma si possono connettere alla comune presa di corrente, per succhiare energia o per restituirla
Presentati i prototipi di automobili a basso impatto ambientale: non solo dispongono di motorizzazioni ibride, ma si possono connettere alla comune presa di corrente, per succhiare energia o per restituirla

Google e automotive. Ecco la sinergia dell’ultima ora che sta scuotendo l’animo ambientalista di mezzo globo. Lunedì scorso, quasi in sordina per gli standard californiani, Google e Pacific Gas&Electric hanno svelato la loro “mission”: dare forma ad un mondo dove le auto e i camion funzionano con l’energia elettrica della rete domestica.

Non si può che concedere uno sguardo obliquo al felice abbinamento di significati che si nasconde dietro il termine “rete”. Da una parte la webby company per antonomasia; dall’altra il fornitore di gas naturale ed elettricità per il nord e il centro della California. Insieme, al momento, per mostrare sei Toyota Prius e Ford Escape dotate di motorizzazioni ibride e particolari soluzioni hardware che consentono anche l’alimentazione tramite le comuni prese elettriche. Il tutto per dimostrare che manca un passetto all’ibrido 2.0.

Nello specifico, le Prius ed Escape “moddate” sono in grado di percorrere 75 miglia con un gallone di gas (circa 31 km/l), quasi il doppio rispetto a un’ibrida tradizionale. Inoltre – perché non bisogna mai dimenticare gli interessi di impresa – almeno uno dei modelli mostrati alla stampa disponeva già di un ulteriore accessorio che permette di restituire energia alla rete . Insomma, si carica l’auto e poi quel che rimane – o che si è prodotto – può essere restituito a fine giornata al fornitore.

Sebbene i prototipi abbiano dimostrato una qualità di funzionamento adeguata, gli esperti del settore e gli ambientalisti – come riporta il New York Times – concordano sul fatto che non sia ancora arrivato il momento per una commercializzazione in massa di mezzi di questo genere. Le batterie utilizzate, infatti, non sono ancora in grado di fornire un’autonomia sufficiente. Un problema comunque risolvibile grazie soprattutto ai 10 milioni di dollari di investimento concessi da Google.org , la fondazione filantropica di Google, al progetto.

Secondo Stephen Schneider, docente della Stanford University, però, il solo coinvolgimento di Google in un progetto tecnologico ibrido è di per sé una vittoria. Una sorta di “enforcement” della questione ecologica sotto l’ombrello di uno dei più noti brand del globo terracqueo.

Anche l’allestimento utilizzato per la presentazione era in linea con questa esigenza di “sensibilizzazione”. I sei veicoli, infatti, disponevano di un parcheggio con tettoie dotate di pannelli solari – connessi a loro volta alla rete elettrica. “Questo tipo di soluzione dimostra che è possibile il passaggio dai carburanti fossili all’energia solare”, ha dichiarato Dan Reicher, direttore per i progetti energetici di Google.org. Quei parcheggi con pannelli possono ricaricare le auto oppure fornire energia alla rete .

Il progetto finale prevede un sistema di alimentazione bi-direzionale, con controllo wireless delle modalità operative: le auto potranno diventare dispositivi di consumo e contemporaneamente di rigenerazione energetica a basso impatto ambientale. Tutte le info sono sul sito dedicato del progetto .

“Nessuna parola sulla possibilità di integrare Gmail o di permettere a Sergey Brin di prendere il controllo della guida per entrare nell’oceano, se lo desidera”, chiosa Engadget .

Qui sotto un video di presentazione delle “Googlecars” (in inglese)

Dario d’Elia

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Pubblicato il 21 giu 2007
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