La scure dell'ICANN colpisce VeriSign

La scure dell'ICANN colpisce VeriSign

Niente più SiteFinder: il contestato servizio sospeso da ICANN sarà definitivamente bocciato dall'organismo internazionale. VeriSign non ci sta
Niente più SiteFinder: il contestato servizio sospeso da ICANN sarà definitivamente bocciato dall'organismo internazionale. VeriSign non ci sta


Washington (USA) – Si profila un nuovo e più cruento scontro tra ICANN e VeriSign attorno ad una delle più contestate iniziative di quest’ultima, tesa a catturare una enorme audience web mediante il redirect automatico di certe navigazioni web.

La querelle tra il gigante americano e l’organismo di supervisione sui domini si è riaccesa nelle scorse ore quando lo speciale comitato di esperti voluto dall’ICANN ha stabilito che il contestatissimo servizio di redirect SiteFinder non aveva, non ha e non avrà posto sulla rete delle reti .

Nel proprio rapporto, la commissione spiega che una società che gestisce le estensioni.com e.org come VeriSign non può lucrare sugli indirizzi web digitati male nella barra dei browser. A rischio, secondo gli esperti, è la stessa stabilità di Internet .

La bocciatura era già stata formalizzata da una richiesta di non luogo a procedere ( qui in.pdf) che ICANN ha presentato in tribunale per mettere fine alla diatriba legale partita quando VeriSign, sospeso il servizio SiteFinder, ha dato via libera ai propri avvocati per poter riprendere al più presto il redirect . Nella sua reazione legale (vedi qui in.pdf), ICANN accusa VeriSign di voler cercare di limitare i diritti dei netizen.

Rimane dunque tutto da decidere il futuro di VeriSign sebbene la “scomunica” degli esperti sia destinata a pesare non poco. Ma l’azienda ha già replicato che il rapporto è fallace perché la Commissione che lo ha prodotto non è autorevole. “Non siamo sorpresi dei loro risultati – ha affermato VeriSign – considerando che i membri chiave della Commissione già avevano deciso prima di iniziare le audizioni”.

Il prossimo passo per la board di ICANN sarà esaminare il parere degli esperti e decidere, ma è scontato, se farlo proprio e tradurlo in una direttiva per l’assetto futuro della rete.

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Pubblicato il
13 lug 2004
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