Le defezioni di Redmond

Le defezioni di Redmond

In poche ore svelate due partenze che fanno scalpore. I principali interlocutori degli sviluppatori e del mondo open source migrano altrove. In un caso addirittura alla concorrenza
In poche ore svelate due partenze che fanno scalpore. I principali interlocutori degli sviluppatori e del mondo open source migrano altrove. In un caso addirittura alla concorrenza

Jeff Sandquist e Bill Hilf , due nomi molto conosciuti dagli sviluppatori di tutto il mondo e fino a pochi giorni fa molto influenti nell’organigramma di Microsoft, hanno lasciato l’azienda di Redmond . Il primo per unirsi a Twitter, il secondo per dirigere le attività cloud di HP. Un possibile duro colpo per le relazioni di Big M con i developer, in un frangente complesso come quello attuale con il seggio del CEO vacante. O una semplice coincidenza?

Sandquist, il cui titolo era senior director of developer relationship , lascia Redmond dopo 16 anni di servizio: da metà ottobre sarà responsabile per Twitter delle partnership con aziende e sviluppatori che intendano usufruire in modo massiccio dei dati presenti nella piattaforma di microblogging, un modo per espandere ulteriormente l’ecosistema sorto in questi anni attorno al fringuello. “Che sia su Windows, Windows Phone, open source, Android, Apple, se stai creando un app il mio team e io vogliamo parlarti” dice il suo profilo Linkedin (non ancora aggiornato) sul suo ruolo in Microsoft: lo stesso compito svolgerà probabilmente a San Francisco per Twitter, cercando di coinvolgere e convincere quanti più sviluppatori a saltare a bordo, aggiungendo al novero anche il Web .

La partenza di Sandquist segna un punto importante rispetto al rapporto di Microsoft con gli sviluppatori, visto che da sempre molta della fortuna dei sistemi operativi di Redmond si basa sulla massa notevole di applicazioni disponibili, ma non costituisce un problema a breve termine in termini di concorrenza. Più duro il colpo inferto da Hilf , a cui viene unanimemente attribuita l’introduzione della cultura open source dentro Big M e che ha giocato un ruolo chiave nella crescita dell’offerta Azure, passato alla diretta concorrenza di HP per svolgere un ruolo analogo e se possibile ancora più ampio. Lo sviluppo a sorgenti aperti è un vantaggio non da poco nel campo del cloud computing, Hilf conosce perfettamente la strategia di Microsoft e dentro HP ha senz’altro trovato risorse economiche e competenze tali da permettergli di ideare un progetto ad ampio respiro.

Con il senno di poi, appare facile mettere in relazione queste uscite di peso con le dimissioni di Steve Ballmer : i più pessimisti vedranno senz’altro in questi episodi un cattivo presagio per Microsoft, ma qualsiasi speculazione al riguardo andrà valutata con pazienza valutando gli sviluppi (anche nelle posizione di vertice) nei prossimi mesi.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 19 set 2013
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