Le SD card salveranno la musica industriale?

Le SD card salveranno la musica industriale?

Le quattro sorelle puntano sulle memorie flash per contrastare l'avanzata della distribuzione digitale. E provano a colonizzare un terreno dove Apple non ha ancora messo radici: la telefonia cellulare. Qualcuno fa loro gli auguri
Le quattro sorelle puntano sulle memorie flash per contrastare l'avanzata della distribuzione digitale. E provano a colonizzare un terreno dove Apple non ha ancora messo radici: la telefonia cellulare. Qualcuno fa loro gli auguri

Il player MP3 più venduto del mondo è iPod, e su iPod le canzoni ci finiscono molto spesso dopo essere state acquistate su iTunes. Un binomio che consente ad Apple di dettare il bello e il cattivo tempo sul mercato digitale della musica, e che probabilmente sta un po’ stretto a quattro grandi aziende che per decine di anni hanno tenuto in mano l’intera industria: Sony BMG, Universal, Warner ed EMI. Che ora tentano di rompere l’assedio al loro business giocando una nuova mossa: niente DRM, niente ecosistemi chiusi. Solo MP3 e memorie microSD : proprio quelle che leggono decine di modelli di cellulari.

Una scheda SlotMusic SlotMusic , sviluppato dai quattro big in collaborazione con SanDisk (azienda che detiene il controllo del formato di memoria microSD) è semplice da usare : si va in un negozio, fisico o virtuale che sia, e si compra una memoria da 1GB farcita di musica. Tracce in formato MP3 da 320kbit/sec, niente DRM , supporto riscrivibile: se la musica piace la si tiene, se non piace la si butta e si usa la memoria liberamente, per tutto quello che si vuole. Gli utenti possono spostarsi e riorganizzarsi le playlist come gli pare, anche grazie al cavetto di collegamento al PC disponibile nella confezione. Oppure possono portarsi dietro una collezione di schedine flash, come ai vecchi tempi coi CD.

E se questo non bastasse a far salivare chi ancora coltiva il gusto del possesso di un oggetto fisico come quello, da SlotMusic fanno sapere che, oltre alle canzoni, sulla schedina di memoria si potranno anche trovare altri contenuti. Video, testi , qualsiasi cosa sia di gradimento dell’artista di turno: un principio molto simile a quello adottato dalle major cinematografiche con gli extra dei DVD, e che dovrebbe rendere i 10 dollari sborsati per un “disco” (poco meno di 7 euro) un prezzo quantomeno invitante e di sicuro competitivo con l’acquisto digitale.

La maggioranza dei consumatori, tuttavia, potrebbe gradire il formato microSD per un’altra ragione: è il formato di elezione per la memoria esterna di molti cellulari in commercio , quasi tutti dotati di lettori multimediali. Basta inserire la scheda nel telefono (sempre che lo slot non sia sepolto sotto la batteria) per iniziare a gustarsi la musica appena usciti dal negozio, e lo stesso vale anche per un crescente numero di autovetture le cui autoradio incorporano un lettore di schede SD.

L’idea sottesa a questa iniziativa è forse di sfruttare appunto l’enorme parco di dispositivi già oggi compatibili con memorie microSD e file MP3 che affollano tasche, zaini e borsette dei consumatori. Un mercato ad oggi dominato da Nokia e Samsung , che vede Apple sicuramente in lizza per un posto al sole con iPhone, ma che di certo non “soffre” dello strapotere di un singolo dispositivo prodotto da una singola azienda come accade con i lettori musicali.

Le quattro sorelle tentano insomma di svicolare, ancora una volta , dall’abbraccio di iPod e di Apple, quest’ultima trasformatasi da azienda produttrice di computer a vero e proprio sovrano della distribuzione musicale . La vendita dei brani via web direttamente sul cellulare non decolla, visti anche i prezzi della banda larga sulle reti mobili, e un tentativo di rivitalizzare la morente industria dei supporti fisici è una mossa che qualcuno potrebbe definire quasi disperata, quantomeno destinata al fallimento in tempi rapidi.

SanDisk, che mette a disposizione unicamente la tecnologia, è forse la vera vincitrice di questa scommessa: alle major i supporti costano decine di volte di più che un comune CD, mentre l’azienda asiatica vende (o spera di vendere) milioni di schedine ad acquirenti dal portafogli ben imbottito e mettere da parte un bel gruzzolo con cui difendersi dalle scalate ostili . La distribuzione dei primi titoli SlotMusic inizierà il mese prossimo negli Stati Uniti, per andare a regime nel mercato nordamericano entro Natale. Gli europei più impazienti dovranno invece attendere, almeno fino al prossimo anno .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 set 2008
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