Mad Box è la prima vittima di Google Stadia?

Mad Box è la prima vittima di Google Stadia?

Qualcuno sostiene che l'attesa per il cloud gaming di Stadia abbia compromesso l'interesse per le console: a farne le spese, forse, Mad Box.
Mad Box è la prima vittima di Google Stadia?
Qualcuno sostiene che l'attesa per il cloud gaming di Stadia abbia compromesso l'interesse per le console: a farne le spese, forse, Mad Box.

Dopo un decennio di onorato servizio come software house, il team britannico Slightly Mad ha annunciato nei mesi scorsi l’intenzione di diversificare il proprio business commercializzando una console tutta sua: un mostro di potenza capace di spingersi fino a 120 fps in risoluzione 4K con qualsiasi titolo AAA in circolazione. Mad Box, questo il nome della piattaforma, che sembra però ora dover fare i conti con l’evoluzione del mondo videoludico, con l’ormai imminente esplosione del cloud gaming e più nel dettaglio con quello che sarà probabilmente uno dei suoi principali protagonisti, Stadia.

Stadia e la console Mad Box

La testata PCGamesInsider riporta una dichiarazione attribuita a Nathan Bell, Online Marketing Director dello studio, secondo la quale in seguito all’annuncio di Google due degli investitori di Mad Box si sono chiamati fuori dal progetto. Non si parla al momento di un’inevitabile cancellazione, ma di un futuro incerto. Insomma, il claim “Il futuro dei videogiochi non è una console” scelto da bigG per annunciare Stadia non ha di certo aiutato Slightly Mad nella sua iniziativa.

Il design della console Mad Box di Slightly Mad Studios

Cloud gaming e console tradizionali

Il cloud gaming ha dunque già fatto la sua prima vittima? Affermarlo ci sembra quantomeno azzardato. Player storici del mercato come Microsoft e Sony hanno già reso nota l’intenzione di continuare a produrre e commercializzare ancora per lungo tempo console tradizionali da mettere in salotto e collegare al televisore: lo dimostrano i progetti legati a PlayStation 5. Semmai, togliendo di mezzo nelle edizioni più economiche il lettore ottico, rendendo così i dispositivi delle macchine dedicate esclusivamente alla fruizione dei titoli e dei contenuti in formato digitale.

Stadia, la piattaforma di Google per il cloud gaming

Lo slogan scelto da Google va interpretato come una dichiarazione d’intenti e non come una previsione. Associare l’avvento del cloud gaming (o meglio, la sua inevitabile crescita, considerando come diverse piattaforme siano già attive) al declino delle console ci sembra frutto di un’analisi superficiale o quantomeno frettolosa. Pensandoci bene, non vi sono particolari ostacoli all’erogazione di servizi come Stadia attraverso PlayStation, Xbox o persino Mad Box, tenendo conto che il cloud gaming si basa sull’elaborazione dei titoli da parte di un’infrastruttura remota e che in locale necessita esclusivamente di una componente software. Oltre che di una buona connessione, ovviamente. Dopotutto, il gruppo di Mountain View è riuscito a racchiudere tutto ciò che serve per l’accesso al catalogo di Stadia in un controller, garantendo al tempo stesso la compatibilità con computer, smartphone e tablet.

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Pubblicato il
3 mag 2019
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