Malaysia: CD economici per legge

Malaysia: CD economici per legge

Secondo Kuala Lumpur per combattere la pirateria l'unica strada è l'abbattimento dei costi del prodotto finale. Insorgono i produttori locali ma lo sconto di Stato durerà almeno un anno
Secondo Kuala Lumpur per combattere la pirateria l'unica strada è l'abbattimento dei costi del prodotto finale. Insorgono i produttori locali ma lo sconto di Stato durerà almeno un anno


Kuala Lumpur (Malaysia) – Era stato detto ed ora è divenuto realtà: da gennaio 2004 produttori e distributori malesi di CD e videoCD dovranno adeguarsi alle normative che ne abbattono il prezzo per il consumatore finale. Lo ha deciso il governo di Kuala Lumpur che nei mesi scorsi aveva preannunciato l’iniziativa e che ora dà tre mesi di tempo alla catena distributiva per svuotare i magazzini ai prezzi attuali.

Lo sconto di Stato tocca direttamente tutti i CD musicali e i videoCD che nel paese sono il supporto preferenziale per i film. Non riguarda, invece, musicassette, CD o DVD importati dall’estero, concentrandosi invece su tutte le produzioni locali.

Il Governo malese, che lo scorso maggio invitava i consumatori a non comprare CD e DVD per costringere i produttori ad abbassare i prezzi, ha deciso che lo sconto durerà almeno un anno e poi se ne valuteranno gli effetti. E a poco sono servite le proteste dei produttori e dei distributori locali, secondo cui la riduzione dei margini di profitto costringerà a ridurre le produzioni, mettendo per strada intere aziende della musica e del cinema malesi.

I videoCD prodotti in Malaysia costeranno non più di 14 ringgit, l’equivalente di circa 3 euro, mentre i CD musicali prodotti nel paese realizzati da artisti locali non potranno superare i 21 ringgit. 29 ringgit, invece, sarà il prezzo massimo dei CD di musica straniera prodotti e distribuiti in Malaysia.

La speranza del Governo è che, abbassando i prezzi quasi al livello di quelli offerti sul fiorente mercato nero della pirateria, quest’ultimo abbia a risentirne pesantemente.

Nel paese, dove un tempo un ministro ha addirittura parlato di pirateria legale , i produttori cinematografici sembrano disperati. Mariana Hashim, uno di quelli più in vista, intervistata dalla Reuters, ha spiegato che con questo “sconto” i costi di un film dovranno essere ridotti della metà, con un effetto a catena su tutto il settore.

Quello malese sembra dunque un esperimento su larga scala ed è ovvio che venga seguito con attenzione, e trepidazione, anche all’estero.

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Pubblicato il
19 set 2003
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