In questi giorni è stata segnalata e denunciata una massiccia campagna di phishing. Questa sfrutta false email della Polizia di Stato per il furto di identità e di denaro alle vittime. Si tratta di una minaccia molto seria e pericolosa, che mette a rischio chiunque riceva il messaggio nella sua casella di posta elettronica.
Queste email tentano di simulare comunicazioni ufficiali da parte della Polizia di Stato. Infatti, all’interno del testo si possono trovare loghi ufficiali delle forze dell’ordine e firme di ispettori e comandati conosciuti. Tutto ben congegnato per generare panico e urgenza nella vittima, che agirà senza pensare.
Il destinatario viene avvisato di essere stato inserito in fantomatico “Registro dei Delinquenti Sessuali“. Questo porta l’indagato a un procedimento penale. Tuttavia, per lui è possibile “evitare conseguenze giudiziarie” pagando una somma indicata all’interno della comunicazione che vuole sembrare ufficiale.
Campagna Phishing con estorsione: come riconoscere una falsa email della Polizia
Ricevere un’email che sembra provenire dalla Polizia di Stato o dalla Polizia Postale oggi è molto più facile di quanto si possa pensare. Broker di dati riescono a ottenere molte informazioni sul nostro conto e anche i nostri indirizzi email che, regolarmente e a nostra insaputa, vengono venduti ad aziende, enti e anche cybercriminali. Ecco perché è facile finire nel mirino di questa massiccia campagna di phishing.
Riconoscere queste false email è abbastanza semplice, ma sempre se non ci si lascia prendere dal panico. Infatti, gli esperti di sicurezza della Polizia Postale ricordano che le forze dell’ordine non inviano mai comunicazioni di questo tipo via email. Inoltre, non sono mai autorizzati a richiedere denaro. Quindi, se all’interno del messaggio c’è una richiesta di denaro per risolvere la situazione si tratta di un’estorsione.
Infine, come consiglia la Polizia Postale, “non cliccate, non aprite allegati e non inviate dati personali“. Questo è uno dei principi basilari per la sicurezza informatica e per evitare di diventare preda di un’altra campagna di phishing.