Microsoft condannata

Microsoft condannata

Come previsto e prevedibile, il giudice Thomas Penfield Jackson non ha smentito i suoi Finding of Facts che mesi fa palesarono il suo orientamento. Una sentenza storica
Come previsto e prevedibile, il giudice Thomas Penfield Jackson non ha smentito i suoi Finding of Facts che mesi fa palesarono il suo orientamento. Una sentenza storica


Washington (USA) – E ‘ arrivata poco dopo le 23 di ieri sera la notizia della storica sentenza con cui Microsoft è stata condannata per abuso di posizione dominante.

Il giudice Thomas Penfield Jackson è pervenuto alla sentenza dopo il fallimento dei colloqui tra l’azienda e l’accusa nel processo intentato dall’Antitrust. Per mesi le parti, Microsoft e il Dipartimento della Giustizia con l’appoggio di 19 stati federali, si sono fronteggiate e due giorni fa è emersa una distanza definitiva che ha portato alla conclusione dei colloqui.

Al cuore della questione, come noto, c’era l’integrazione delle tecnologie di browsing Internet in Windows, il sistema operativo di Microsoft. Secondo il giudice, l’azienda ha sfruttato il suo monopolio nel mercato dei sistemi operativi per imporsi anche in quello dei browser. Una tesi che Microsoft ha sempre contestato difendendo le proprie strategie di mercato e l’integrazione di Internet Explorer in Windows. Secondo l’azienda, infatti, si tratta di “innovazione” e non semplice “integrazione”.

La sentenza è di portata storica, visto il ruolo del tutto inedito ricoperto da un’azienda come Microsoft sullo scacchiere internazionale e le peculiarità del mercato dell’ITC, dove le possibilità di crescita sono state e sono ancora ineguagliate, e non solo per l’azienda di Bill Gates.

E ‘ ancora presto, naturalmente, per conoscere il “destino” giudiziario della maggiore softwarehouse del mondo. La condanna di ieri, infatti, sarà seguita dalle motivazioni e, solo successivamente, dai “rimedi” che il Tribunale dovrà indicare. Un periodo di tempo di alcuni mesi durante i quali con ogni probabilità le parti continueranno a dialogare.

Va detto che la sentenza per quanto clamorosa non è sorprendente, visto l’orientamento che il giudice Jackson aveva già pubblicamente espresso nei mesi scorsi nei suoi Finding of Facts, un “pre-verdetto” che anticipava un giudizio sfavorevole all’azienda di Redmond.

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Pubblicato il 4 apr 2000
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