Microsoft conta l'open source nel mondo

Microsoft conta l'open source nel mondo

Redmond entra nella ricerca globale sull'utilizzo del software FOSS-GPL in ambiente enterprise. Qualche malalingua si chiede se sia il caso di fidarsi dei dati che emergono. Sì, rispondono gli altri sponsor
Redmond entra nella ricerca globale sull'utilizzo del software FOSS-GPL in ambiente enterprise. Qualche malalingua si chiede se sia il caso di fidarsi dei dati che emergono. Sì, rispondono gli altri sponsor

Se non puoi vincere il tuo nemico, tenta almeno di fartelo alleato. La nuova direttiva Microsoft sull’open source, ben esemplificata dagli investimenti della società in un settore che Steve Ballmer aveva già tempo addietro indicato come il rischio maggiore di perdita del monopolio sul software, si concretizza nel supporto al progetto The Open Source Census , primo sforzo collaborativo di avere un quadro sufficientemente indicativo dello stato del software a codice aperto adottato dalle aziende .

Avviato un paio di mesi fa, lo studio si pone l’obiettivo di “contare il numero di installazioni per ogni singolo pacchetto open source”. Un obiettivo ambizioso che, seppure difficile da raggiungere, permetterà perlomeno di “ottenere un campione abbastanza ampio da essere rappresentativo”. Alla base della ricerca vi è l’utilizzo di un tool di scansione del software installato sui client , progettato per individuare il software open e trasferire i dati raccolti in forma anonima nei database in remoto.

A supportare TOSC ci sono ActiveState, EnterpriseDB, il laboratorio dell’open source della Oregon State University , OSAlalt.com e ora Microsoft. Sam Ramji, senior director delle strategie di piattaforma per Redmond, ha salutato l’entrata in gioco della sua società come la necessità di adattarsi ad ambienti operativi sempre più “eterogenei”, in cui il software proprietario va – o dovrebbe andare – a braccetto con le applicazioni open source .

Microsoft dunque finalmente testimonial della diffusione dell’open source? Non ci crede Jay Lyman, analista di The 451 Group che ha anche avuto modo di parlare con Ramji. Lyman sostiene che gli uomini chiave dell’azienda di Redmond sono decisamente “cambiati”, così come è diventato intelligente l’approccio all’avanzata apparentemente inevitabile del FOSS, ma sulla genuinità delle intenzioni l’analista continua ad avere i propri dubbi.

La presenza di Microsoft nel primo tentativo di censo globale del FOSS potrebbe rappresentare, secondo Lyman, parimenti un vantaggio per il progetto e un motivo di ulteriore critica nei confronti della società. Sia come sia, i numeri, al 12 giugno scorso e dopo due mesi di lavoro, parlano di una quantità di installazioni individuate da TOSC che ammonta a circa 225mila , per un totale di 1.300 macchine scansionate.

Gli analisti The 451 Group seguono da vicino il procedere delle operazioni di “conta”, per vedere se raggiungeranno una massa critica sufficiente a ottenere numeri quantomeno indicativi della situazione reale. “Il tema ricorrente che è possibile ricavare da tutte queste scansioni è che l’utilizzo dell’open source è largamente sottostimato – continua Lyman – e forse ora potremo avere una migliore percezione sulla questione”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
17 giu 2008
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