Microsoft: no al file-sharing sul lavoro

Microsoft: no al file-sharing sul lavoro

In una lettera distribuita ai 50mila impiegati dell'azienda, il management avverte: non usate i network peer-to-peer per condividere contenuti protetti, sarete controllati
In una lettera distribuita ai 50mila impiegati dell'azienda, il management avverte: non usate i network peer-to-peer per condividere contenuti protetti, sarete controllati


Roma – Microsoft non ha alcuna intenzione di lasciare che le proprie reti di lavoro siano invase da dipendenti appassionati di file-sharing attraverso network peer-to-peer (p2p) che consentono di condividere file musicali, film e altri contenuti protetti da diritti di proprietà intellettuale. E ha deciso di renderlo chiaro ai suoi oltre 50mila dipendenti.

Nel giorno in cui è stata presentata al Congresso la proposta di legge per consentire alle major di craccare i computer degli utenti del p2p, a pochi giorni di distanza da una lettera con cui il top management Microsoft ha rassicurato le major sull’interesse dell’azienda a collaborare contro la pirateria via internet, Microsoft ha spiegato ai propri impiegati che è importante “rispettare e proteggere i diritti di proprietà intellettuale nel momento il Congresso sta lavorando su temi relativi a questo settore”.

Nella nota, Microsoft attacca diversi sistemi p2p più conosciuti, come Morpheus e Kazaa, sostenendo che vanno contro quello che la stessa Microsoft sta realizzando con Groove Networks, ovvero reti p2p per le aziende e considerate sicure.

“Sebbene vi siano usi legittimi per tutto questo genere di network p2p e altri, utilizzare una rete di questo tipo per ottenere o condividere contenuti protetti come musica, film o software è assolutamente contro la policy dell’azienda”. “Non si può – si legge nella nota – condividere queste cose con altri, o scaricare quelle offerte da altri, sfruttando i computer dell’azienda o le sue reti”.

Oltre alla questione dei diritti, proprio la sicurezza è una delle preoccupazioni espresse da Microsoft nell’email ai dipendenti. “Far girare questi programmi – spiega Microsoft – sui computer o i server dell’azienda aumenta sostanzialmente il rischio che le nostre reti siano craccate, che virus penetrino nel nostro network e che documenti aziendali interni possano inavvertitamente essere condivisi con altri al di fuori dell’azienda”.

Il management ha quindi ordinato che si chieda sempre il permesso nel caso si vogliano installare software p2p di terze parti sui sistemi aziendali e ha garantito che verrà monitorato l’uso del network Microsoft per evitare eventuali abusi.

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Pubblicato il
29 lug 2002
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