Microsoft: Passport non si tocca

Microsoft: Passport non si tocca

L'azienda sostiene che non ci sono indagini formali su Passport da parte della UE. Ma la UE ha già trasmesso elementi di lavoro anche alle autorità garanti dei paesi membri
L'azienda sostiene che non ci sono indagini formali su Passport da parte della UE. Ma la UE ha già trasmesso elementi di lavoro anche alle autorità garanti dei paesi membri


Roma – Microsoft corre a difendere Passport, cuore del proprio sistema di servizi.NET che in queste settimane ha subito le bordate di molti, che accusano Passport di gestire e raccogliere troppi dati sull’utenza internet. Ieri, ad una affollata conferenza stampa che si è tenuta a Bruxelles, Microsoft ha sostenuto con vigore che Passport risponde pienamente ai regolamenti e alle tutele previste dalle leggi europee sul trattamento dei dati personali.

Richard Purcell, funzionario Microsoft a capo delle politiche sulla privacy, ha paragonato Passport ad un sito nel quale il sistema verifica la sussistenza di un numero identificativo ma non si occupa poi in nessun modo delle successive attività che quel numero ID compie sul sito stesso. “Queste pratiche – ha affermato – sono senz’altro in linea con i criteri” delle normative europee.

E se da un lato i tecnici Microsoft hanno respinto con vigore l’accusa secondo cui Passport assumerebbe informazioni personali senza consentire all’utente di avere il pieno controllo sulla gestione di tali dati, dall’altro i legali dell’azienda si sono fatti sentire.

Peter Fleisher, uno dei principali avvocati Microsoft, ha insistito e sottolineato il fatto che nessuno degli stati membri dell’Unione Europea né la stessa Unione ha aperto alcuna inchiesta formale su Passport.

Come si ricorderà, molto recentemente, dopo le dichiarazioni di un europarlamentare olandese che ha accusato Microsoft di appropriarsi surrettiziamente di informazioni personali, era circolata la notizia ] di una inchiesta formale.

In effetti, un lavoro di accertamento è in corso, come ha riconosciuto lo stesso Purcell secondo cui Microsoft è al lavoro per “spiegare e chiarire eventuali fraintendimenti”. E se il Commissario al mercato interno Frits Bolkenstein aveva parlato della necessità di porre la “verifica” dei servizi Microsoft tra le priorità, il portavoce della Commissione Jonathan Todd aveva spiegato che le preoccupazioni sulla questione erano già state trasmesse alle autorità garanti dei dati personali dei singoli paesi dell’Unione.

Mentre tutto questo accade, Microsoft non si ferma sulla strada dello sviluppo di Passport, come dimostra la sua “migrazione” verso il mondo business con l’iniziativa TrustBridge .

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Pubblicato il
12 giu 2002
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