Dopo aver stabilito il monopolio di Google nel mercato dell’advertising online, la giudice Leonie Brinkema ha comunicato che il processo sui rimedi inizierà il 22 settembre 2025. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha ribadito che chiederà la vendita di due servizi. L’azienda di Mountain View ha invece proposto una soluzione meno drastica.
Google non vuole vendere nulla
Al termine del processo di primo grado, la giudice ha stabilito che Google occupa una posizione di monopolio in due mercati relativi all’advertising online: publisher ad server (DoubleClick For Publishers) e ad exchange (AdX). Il primo servizio permette agli editori di gestire gli spazi pubblicitari, mentre il secondo consente la compravendita degli spazi pubblicitari attraverso aste in tempo reale. Google offre i due servizi in Ad Manager.
L’azienda di Mountain View non è invece monopolista nel terzo mercato, ovvero quello delle advertiser ad network (Google Ads e DV360), i servizi usati dagli inserzionisti per la gestione delle campagne pubblicitarie. Prima e durante il processo che inizierà il 22 settembre, il Dipartimento di Giustizia proporrà due rimedi per ripristinare la concorrenza: vendita di Ad Manager e condivisione dei dati delle aste in tempo reale con i rivali.
Google non vuole vendere i due servizi (DoubleClick For Publishers e AdX) inclusi in Ad Manager perché il disinvestimento è oltre quello stabilito con la sentenza di primo grado e potrebbe danneggiare editori e inserzionisti. Esistono inoltre diversi concorrenti, tra cui Meta, Amazon e TikTok.
L’azienda di Mountain View permetterà invece l’accesso ai dati delle aste. Google ha già comunicato che presenterà appello al termine del processo sui rimedi. Sul monopolio nel mercato dell’advertising online è stata avviata un’indagine anche in Europa. L’esito finale potrebbe essere simile.