Monopolio ricerca: Google non vuole vendere Chrome

Monopolio ricerca: Google non vuole vendere Chrome

Google vuole che il Dipartimento di Giustizia cambi i rimedi chiesti dalla precedente amministrazione, tra cui quello che impone la vendita di Chrome.
Monopolio ricerca: Google non vuole vendere Chrome
Google vuole che il Dipartimento di Giustizia cambi i rimedi chiesti dalla precedente amministrazione, tra cui quello che impone la vendita di Chrome.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto la vendita di Chrome per ripristinare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca. Ovviamente Google non è d’accordo e ora potrebbe sfruttare a suo vantaggio l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. L’azienda di Mountain View ritiene che tale rimedio rappresenti un pericolo per la sicurezza nazionale.

Google chiede rimedi alternativi

In base alla sentenza di agosto 2024, Google detiene un monopolio nel mercato dei motori di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia ha elencato una serie di rimedi, tra cui la vendita di Chrome perché è il software che permette di dominare il settore. L’azienda di Mountain View deve inoltre annullare i contratti sottoscritti con produttori (Apple in particolare) e operatori telefonici che prevedono Google come motore di ricerca predefinito.

Google ha proposto alternative a fine dicembre 2024. Apple voleva partecipare attivamente al processo, ma la richiesta è stata respinta. Entro questa settimana, il Dipartimento di Giustizia e Google depositeranno le versioni finali dei rispettivi rimedi. Il processo dovrebbe terminare entro aprile.

Secondo le fonti di Bloomberg, alcuni rappresentanti di Google hanno incontrato i funzionari del Dipartimento di Giustizia. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca sono cambiate anche le persone che si occupano dei casi antitrust, quindi l’azienda californiana potrebbe ottenere uno “sconto” rispetto a quanto deciso sotto l’amministrazione Biden.

Google ritiene che la vendita di Chrome avrà conseguenze per l’economia statunitense e la sicurezza nazionale. Non è chiaro però il legame tra il monopolio nella ricerca e la sicurezza nazionale. L’azienda californiana vuole forse evidenziare che, in seguito all’eventuale vendita del browser, non rilascerà più gli aggiornamenti e quindi i cybercriminali potranno sfruttare le vulnerabilità per attacchi contro obiettivi sensibili.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
6 mar 2025
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