Net Neutrality, se ne parli pubblicamente

Net Neutrality, se ne parli pubblicamente

Dopo il voto della FCC si apre la discussione pubblica sulla proposta di smantellamento della Neutralità della Rete
Dopo il voto della FCC si apre la discussione pubblica sulla proposta di smantellamento della Neutralità della Rete

Come preannunciato , la Federal Communications Commission (FCC) ha votato ieri la sua proposta di smantellamento delle tutele del titolo II che complessivamente rientrano nei principi della cosiddetta Net Neutrality : la principale conseguenza è che agli Internet Service Provider non sarà più proibito offrire una diversa qualità di connessione agli utenti in base al contenuto di cui vogliono fruire.

Si tratta dell’annunciata svolta voluta da Ajit Pai, neoeletto presidente della Federal Communication Commission (FCC) voluto da Trump per le sue posizioni fortemente divergenti rispetto alla precedente presidenza dell’agenzia e in particolare alle regole della neutralità della rete: subito dopo la vittoria elettorale del tycoon, Pai scriveva in una lettera aperta al neoeletto Presidente USA come fosse necessario adoperarsi per il loro smantellamento.

Da allora, e probabilmente grazie anche a questa lettera, Pai è arrivato al vertice della FCC e ha avuto modo di distinguersi per il voto contrario a una normativa mirata a impedire agli ISP di condividere informazioni degli utenti (come l’utilizzo di dati e la cronologia di navigazione) senza esplicito consenso da parte degli stessi e per le dure parole che hanno anticipato la votazione di ieri contro il titolo II che equipara i fornitori di connessione ai carrier telefonici, considerando Internet un servizio pubblico e di conseguenza sottoposto alle regole che governato le compagnie telefoniche.

Il voto contrario a tali regole, definite in un tweet ufficiale “vaghe e indefinite”, è stato definito molto importante da Pai, secondo cui , dal momento che “Internet funzionava benissimo anche nel 2015 quando esse non sussistevano e non si viveva in una distopia digitale”, sono completamente inutili, o addirittura dannose, in quanto “rappresentano un ostacolo eccessivo per i nuovi piccoli ISP che vogliono entrare sul mercato e un blocco al possibile incentivo per i Provider ad offrire ai consumatori nuovi servizi, magari gratuiti “.

Si tratta in ogni caso solo del primo passo nell’iter con cui sarà smantellata la neutralità della rete: FCC ha aperto un periodo di consultazione pubblica di 3 mesi che è stato nelle settimane scorse anticipata da una vera e propria bagarre che ha visto contrapposta una trasmissione televisiva di successo e una serie di hacker e che non si è aperto nel migliore dei modi, con un giornalista addirittura trascinato fuori dalla conferenza di presentazione delle regole anti net-neutrality di Pai.

In questi mesi, evidentemente, è destinata ad essere particolarmente accesa la battaglia tra utenti e associazioni a sostegno della net neutrality e il lavoro di lobby delle compagnie di telecomunicazione. Il voto finale, poi, spetterà a un organo della FCC che attualmente ha solo 3 membri su 5 con uno dato per dimissionario: insomma, la misura potrebbe addirittura non avere proprio il quorum per essere approvata.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
19 mag 2017
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