No al bando contro i tools di hacking

No al bando contro i tools di hacking

Il Consiglio d'Europa ha deciso di togliere dal Trattato sul cyber-crimine quelle misure che mettevano al bando strumenti di hacking utilizzati anche da numerose aziende e professionisti della sicurezza. Ma il Trattato rimane pericoloso
Il Consiglio d'Europa ha deciso di togliere dal Trattato sul cyber-crimine quelle misure che mettevano al bando strumenti di hacking utilizzati anche da numerose aziende e professionisti della sicurezza. Ma il Trattato rimane pericoloso


Roma – I tools di hacking non saranno fuorilegge in Europa, non a breve almeno: il Consiglio d’Europa ha infatti deciso che nel Trattato sul cybercrimine, che sta portando avanti ormai da tempo, non sia incluso il bando contro questo genere di strumenti.

Da settimane le lobby dell’industria, anche di quella della sicurezza, avevano spinto sul Consiglio d’Europa perché prendesse questa decisione, in quanto quegli strumenti sono utilizzati quotidianamente da schiere di professionisti dell’IT per ragioni di analisi, di testing e via dicendo.

Va detto però che la Convenzione sul cybercrimine, il nome ufficiale del Trattato, continua a mantenere una serie di misure che rinforzano moltissimo le capacità di intercettazione e monitoraggio delle comunicazioni elettroniche da parte delle polizie europee. Misure che continuano a suscitare importanti critiche, come quelle della Global Internet Liberty Campaign o dell’euro-parlamentare britannica Diana Wallis di cui Punto Informatico ha parlato ieri.

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Pubblicato il
6 dic 2000
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