OpenAI ha annunciato un programma di sovvenzioni da 50 milioni di dollari per finanziare la ricerca sull’AI nelle università.
Per gestire il programma, OpenAI ha creato il consorzio NextGenAI. Riunisce 15 delle università più prestigiose al mondo. Tra queste, non potevano certo mancare Harvard, Oxford e il MIT, simboli dell’eccellenza accademica. I fondi saranno erogati sotto forma di borse di ricerca, crediti per l’utilizzo delle risorse di calcolo di OpenAI e accesso alle API dell’azienda.
Non solo ricerca, ma anche formazione
OpenAI ci tiene a sottolineare che NextGenAI non è solo un fondo per finanziare la ricerca. L’iniziativa punta anche a “preparare le nuove generazioni a plasmare il futuro dell’AI“. Lo scopo è creare un ecosistema dinamico per i ricercatori affermati e i giovani talenti, e favorire uno scambio di conoscenze e competenze.
OpenAI, il mecenate dell’intelligenza artificiale nel mondo accademico
NextGenAI arriva sulla scia di ChatGPT Edu, il prodotto per le università lanciato dall’azienda lo scorso maggio. L’azienda di Sam Altman vuole diventare il punto di riferimento per l’AI nell’istruzione superiore. E il tempismo non potrebbe essere migliore. L’amministrazione Trump proprio recentemente ha fatto una serie di tagli al personale della National Science Foundation, mettendo a rischio importanti progetti di ricerca sull’AI. NextGenAI potrebbe essere una boccata d’ossigeno per il settore.
È ovvio che OpenAI non è esattamente un benefattore disinteressato. L’azienda spera che ricercatori, docenti e studenti si affezionino ai suoi strumenti AI, magari a scapito dei concorrenti, incluse le alternative open-source.