L’offerta di acquisto da 97,4 miliardi di dollari è stata respinta al mittente. Elon Musk potrebbe però tornare alla carica con un’offerta maggiore. Secondo le fonti del Financial Times, il CEO Sam Altman e altri membri del consiglio di amministrazione avrebbero valutato di modificare i diritti di voto per respingere future offerte ostili.
Diritti di voto speciali al CdA
L’attuale struttura aziendale di OpenAI prevede una parte “capped profit” controllata dalla parte non-profit. Al termine della conversione in “public benefit corporation”, la parte non-profit controllerà la parte for-profit. Secondo le fonti del Financial Times, l’azienda californiana potrebbe cambiare i meccanismi di governance dopo aver completato la trasformazione.
Al consiglio di amministrazione della parte non-profit verrebbero assegnati diritti di voto speciali per mantenere il controllo della società ristrutturata e la possibilità di scavalcare altri investitori, tra cui Microsoft e SoftBank. Questi diritti di voto speciali consentirebbero inoltre di respingere offerte ostili da parte di soggetti esterni, come Musk.
Grazie ad un nuovo round di investimenti, la valutazione di OpenAI potrebbe raggiungere i 300 miliardi di dollari. Secondo il Financial Times, il valore degli asset della parte non-profit è circa 30 miliardi di dollari, meno di un terzo dell’offerta di Musk. La valutazione dovrà essere approvata dal Procuratore Generale del Delaware, considerando gli interessi degli investitori.
I diritti di voto speciali sono un trucco usato dai fondatori di un’azienda per mantenere il controllo. Mark Zuckerberg ha poteri maggiori anche se possiede solo il 15% di Meta. Un’altra possibile opzione è la cosiddetta “pillola avvelenata” (che necessita dell’approvazione del CdA). Gli azionisti potranno acquistare azioni aggiuntive ad un prezzo scontato per difendersi da acquisizioni ostili.